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Back to the future – Blog

Italian & English Articles! Personal reflections on life, relationships and energy that shines inside and outside each of us. Enjoy ♥

Se ti guardi allo specchio, cosa vedi?

Se ti guardi allo specchio, cosa vedi? O meglio, cosa guardi?

Quanti di voi guardano veramente o si limitano a vedere cosa c’è in apparenza? E quanti pensano di guardarsi veramente dentro quando invece restano sempre in superficie?

Decidere di viaggiare nel proprio inconscio, di guardarsi dentro, di far fronte alle proprie paure è già qualcosa di per sè difficile. In una società fatta sempre più di finzioni e maschere è diventato pressochè impossibile.

Sono profondamente spaventata da come ci stanno e ci stiamo lentamente trasformando. Ormai non importa più chi siamo ma come appariamo. Le parole d’ordine sono insicurezza e giudizio. Non importa se ricoprire quel ruolo o indossare quelle “vesti” ci faccia davvero sentire a nostro agio. Importa solo che quello che diciamo e facciamo si incastri bene nella realtà esterna a noi.

Probabilmente molti di voi leggendo queste parole penseranno che mi sbaglio o che quello che dico riguardi tutti gli altri tranne voi. Magari non riguarderà tutti voi/noi ma fatemi un favore, anzi facciamoci un favore, ogni tanto riflettiamo su questa cosa: è difficile accorgersi del problema o vederlo chiaramente quando ci si è dentro. Spesso pensiamo di agire in linea con noi stessi, con ciò che desideriamo davvero, invece ci lasciamo guidare e condizionare da tutta una serie di fattori che sono così impregnati nella realtà in cui viviamo che ormai neanche più ce ne accorgiamo. E che ci logorano lentamente…dentro. Dentro…non dovrebbe la realtà interiore essere prioritaria?

Siamo in contatto con tutti e con nessuno, tantomeno con noi stessi.

Siamo bombardati di input, immagini, messaggi, chiamate, videochiamate, link, stickers, gif, audio, storie, annunci, pubblicità, parole parole parole… E a nostra volta bombardiamo chi ci circonda.

Sembra di stare in guerra!

Peccato che non ci sono fazioni, che nessuno vincerà. E’ un’autodistruzione di massa. O forse qualcuno vincerà, e cioè chi ha capito come fotterci il cervello!

Che sesso e denaro avessero sempre mosso il mondo questo si sapeva, ma non vi sembra che stiamo un po’ esagerando? Volere a tutti i costi apparire in un determinato modo per non sentirci esclusi…per quanto ancora pensate che possiamo resistere? Per quanto ancora riusciremo a svuotarci dentro?

Non voglio fare la bigotta o quella “all’antica” che giudica negativamente le nuove tecnologie o le nuove mode. Il mondo è bello perché è vario e, sopratutto, perché dinamico e in continuo mutamento. Il punto non è cosa facciamo, ma perché! Quanto di quello che facciamo è dettato sinceramente da quello che sentiamo e quanto invece è il frutto delle aspettative altrui e della società?

E non avete neanche il coraggio di risalire la corrente per giungere all′origine del vostro gusto estetico. Per carità, potreste scoprire che vi piacciono irrimediabilmente le ragazze brutte! Che figura ci fareste con i vostri amici?

La paura del giudizio altrui regna sovrana. Eppure questo ci porta a giudicare tutto e tutti, sopratutto noi stessi.

Si stava meglio quando si stava peggio?

Peggio rispetto a cosa? Sicuri che si stava peggio? Forse prima si stava peggio per alcune cose, ma ora si sta peggio per molte altre. Non decidiamo noi in che epoca nascere e crescere, o in che epoca innamorarci e fare dei figli. Nella bellezza dell’essere umano c’è anche l’imperfezione. Cerchiamo solo di guararci dentro, di fare del nostro meglio e, ogni tanto, interroghiamoci:

se mi guardo “allo specchio”, cosa vedo?

Ansie e manie di controllo? 10 modi per NON trovare una soluzione.

Hai letto bene. Il titolo non è affatto sbagliato. Soprattutto per te, che sei così ansioso di avere tutto sotto controllo, serve NON avere una soluzione a tutto. Anche perché la soluzione a tutto non esiste, figuriamoci dieci, partiamo da questo presupposto. Il titolo serviva solo ad attirare la tua attenzione (ci sono riuscita?).

Dicevamo? Ah sì, non esiste una soluzione a tutto, non si può prevenire tutto. Quindi RASSEGNATI e, semplicemente, vivi. Non puoi avere tutto sotto controllo o calcolare ed essere pronto a qualsiasi imprevisto. E certamente non puoi permetterti di vivere nella perenne ansia che ciò possa non accadere o entrare in crisi qualora TUTTO quello che desideri non accada. Se stai pensando che la soluzione sia vivere al momento ed eliminare improvvisamente tutte le tue ansie, anche qui ti sbagli. ACCETTAZIONE, è fondamentale che tu ti accetti così come sei, con tutte le tue ansie e le tue paure. Con tutte le tue imperfezioni e insicurezze. Non è di certo colpevolizzandoti che risolverai il problema.

L’equilibrio sta sempre nel mezzo. Non puoi controllare tutto ma neanche abbandonarti completamente alla vita. Sarebbe un modo triste e passivo di sopravvivere e non di vivere. In medio stat virtus, quindi, cerca di capire dove puoi allentare un pò la presa. Anche in questo caso, fallo come e quando riesci, senza pianificare anche quando è meglio non pianificare!! (Non so se hai colto il paradosso?!). Non ci riesci? Non riesci nel modo in cui speravi? NON FA NIENTE. L’importante è provare, senza avere fretta e senza essere pessimisti. Ma anche se ti capitasse di essere pessimista, NON FA NIENTE.

Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Se “In medio stat virtus” è una delle poche nozioni rimastemi delle lezioni di latino, questa è invece una delle poche nozioni rimastemi dalla fisica che hanno tentato di insegnarmi alle superiori. Ci ho sempre letto una lezione di vita piuttosto che una legge fisica. Le tue emozioni (anche quelle negative) sono ENERGIE che non puoi eliminare ma che puoi TRASFORMARE positivamente. Devi solo capire come. Ed anche qui, non sarò io a dirtelo. Non l’ho ben capito neanche io! E spesso, anche quando pensi di averlo capito, e magari davvero l’hai capito, accade qualcosa nella tua vita (un imprevisto?!) che ti fa “perdere” nuovamente la bussola. NON FA NIENTE. Cerca semplicemente, ogni tanto, quando puoi, quando vuoi, di riportare l’attenzione su te stesso, su quella parte di te che ti illude di poter avere il controllo su tutto.

Niente e nessuno è perfetto. Niente e nessuno mai lo sarà. Neanche questo articolo, infatti probabilmente sarà il primo che pubblicherò di getto senza troppe revisioni, senza stare lì a riCONTROLLARE TUTTO. Perché farlo in fondo? Per gli altri? Per essere a tutti i costi compresa da tutti? Per piacere a tutti i costi a tutti? Per ottenere followers e like? Non è questo il mio caso.

Non puoi piacere a tutti, non lasciare che questa società basata sulle apparenze ti risucchi a tal punto da perdere di vista chi sei veramente in nome di quella finta versione di te che dovrebbe ricevere i consensi della massa. Perché tanto, anche in quel caso, ci sarà qualcuno a cui non piacerai quindi, tanto vale, essere te stesso e piacere conseguentemente a chi merita di relazionarsi con te. Non sai chi sei davvero? Anche questo non importa, o meglio, lo capirai quando lo capirai. Segui semplicemente quello che senti e tutto andrà come deve andare. E questo includerà anche ciò di cui hai paura. NON FA NIENTE. Tutto fa brodo, tutto è funzionale a tutto. Cerca solo di non vivere passivamente o negativamente ciò che ti accade, ma sfrutta ogni occasione per conoscerti meglio, crescere, vivere. Se ci riesci fammi sapere come hai fatto che ci sto provando anche io 😀

Buona Festa della Liberazione 🌹

LIBERTÀ

Lasciarsi

Invadere dal

Ballo

Eterno della

Rinascita

Tanto

Attesa

CAPODANNO

Calici

Alzati

Per

Orge

Di

Amori

Nuovi

Non

Ordinari

NATALE

Natività

Acclamata

Tesoriera di

Ammalianti

Luci

Eteree

MAGIA

Meravigliosa

Armonia,

Gioia

Inattesa e

Avvolgente.

5 effetti negativi della tecnologia sulle nostre vite

Come la tecnologia ha preso lentamente il sopravvento sulle nostre vite

1° effetto: Incapacità di esprimere i sentimenti di persona

La tecnologia ci ha gradualmente distaccati da tutto ciò che è umano. Un tempo quando si parlava ci si guardava negli occhi, ora invece si fissa con sguardo vuoto e assente uno schermo. Le persone in passato si sorridevano, si scambiavano strette di mano, si abbracciavano. Ora invece si inviano emoticons e mi piace.
E cosa succede quando va via la corrente e quando si scarica il telefonino?
Cosa succede quando finiscono i giga, il cellulare non prende o si viaggia in un aereo senza wifi?

PANICO

La tecnologia ci ha reso tutti incapaci di fare quello che un tempo era più che normale fare: parlare, confrontarsi, essere creativi ecc.

2° effetto: Insicurezza

La tecnologia ci ha resi tutti più belli e intelligenti. Siamo in grado di modificare la nostra immagine a nostro piacimento o di usare i motori di ricerca per rispondere a quesiti ai quali non avremmo saputo rispondere di persona.

E’ certamente più facile conquistare l’attenzione di qualcuno con una foto perfetta e una saggia citazione. Che importa se nella realtà appariamo differentemente e se quella citazione l’ha pensata qualcun altro?
Anche considerando l’ipotesi che siamo noi gli autori di una citazione d’eccellenza, sarebbe sprecato condividerla con una sola persona..non trovate? Meglio condividerla sui social così in pochissimi secondi migliaia di persone ci considereranno intelligenti.

E cosa succede se usciamo di casa struccate o senza gel ai capelli, magari sporchi e sudati dopo il lavoro o la palestra, e incontriamo l’uomo o la donna dei nostri sogni per strada?
Cosa succede se ci ritroviamo a partecipare ad un dibattito e non comprendiamo ciò che ci viene chiesto o non sappiamo rispondere?

PANICO

La tecnologia ci ha reso la vita così facile che situazioni del tutto normali diventano difficili da affrontare. Cosa facciamo quindi? Le evitiamo e abbiamo paura di esserne coinvolti.

3° effetto: Impazienza

La tecnologia ha velocizzato i tempi e questo è sicuramente un effetto positivo. Ma velocizzando i tempi ha ridotto la capacità umana di essere pazienti. In passato certe agevolazioni non erano presenti quindi ci si arrangiava. Si impiegava più tempo nel fare le cose. Non vi erano alternative, quindi le cose si facevano secondo i tempi richiesti e basta. Senza troppe lamentele o stress inutili. Cosa succede oggi invece? Che tutto funziona con un click.

E cosa succede se il tasto per dare via a quel click si inceppa o si rompe?
Cosa succede se accadono imprevisti che alterano tutto ciò che avevamo accuratamente pianificato?

PANICO

La tecnologia ci ha resi impazienti. Prima aspettavamo se c’era da aspettare. Ora non più. Se possiamo acquistare tutto con un click, perché mai essere costretti a fare la fila al negozio? Se per pagare le bollette basta un semplice bonifico, perché mai svegliarsi presto la mattina per andare alle poste? Se è possibile inviare reclami via email, perché mai uscire con il freddo per andare a lamentarsi direttamente con l’impiegato? Se possiamo inchiodare i nostri figli davanti televisioni o tablet, perché perdere tempo a giocare con loro?

Capita spesso però che il computer si rompe, il sistema bancario è inattivo, abbiamo dimenticato la password per accedere alla nostra email, la tv non trasmette nulla di interessante per i nostri bambini.

Allora cosa facciamo? Usciamo!

Andiamo al negozio, dove magari ci sono anche i saldi, e troviamo una fila chilometrica. Non siamo abituati ad aspettare cosi tanto, ci arrabbiamo, ci lamentiamo dell’inefficienza del negozio. Ci lamentiamo che la cassiera è lenta. Discutiamo e/o spesso litighiamo con chi è in fila o con chi crediamo ci abbia ingiustamente preceduti.

Ci rechiamo in banca per fare il bonifico, fila anche lì. Ed anche lì ci arrabbiamo e ci lamentiamo. Guarda caso l’impiegato è inefficiente e la banca è la responsabile di tutti i nostri mali.

Andiamo al banco servizio clienti del supermercato ad esporre le nostre lamentele. Lo stesso impiegato, abituato a ricevere email, non sa bene come relazionarsi con noi. Noi, abituati ad inviare email, veniamo irritati dalla sua scarsa prontezza. Ci impazientiamo, vogliamo subito risposte chiare e risolutive. Ci lamentiamo, discutiamo, litighiamo.

Finalmente andiamo al parco a far giocare i nostri bambini…….forse qui finalmente ci rilassiamo un attimino! Dovremmo andarci più spesso!

4° effetto: Maleducazione

Se la tecnologia genera incapacità di esprimere sentimenti, insicurezza e impazienza, non mi meraviglio se essa ci rende anche dei grandi maleducati.

Non sappiamo più dire grazie, prego, scusa o per favore. Per non parlare dei buongiorno, buonasera o buon lavoro.

La tecnologia ci ha resi timidi e impauriti di affrontare quella vita che esiste al di là di uno schermo o al di là di un click.

Un buongiorno richiede spreco di energia e di tempo: vogliamo un caffè, tutto il resto non importa, il barista deve SUBITO farci un caffè. E se c’è fila al bar? Vado di fretta, mi fai un caffè al volo? Si, al volo io te lo lancerei in faccia quel caffè!

Innanzi tutto devi dire buongiorno. Seconda cosa aspettare il tuo turno. Terza cosa chiedere per favore. Infine ringraziare per il servizio, magari con una bella mancia. Sai, il barista non viene pagato di più per sorriderti o renderti di buon umore. Ripagalo almeno con altrettanta gentilezza!

5° effetto: Solitudine

Incapacità di esprimere sentimenti, insicurezza, impazienza e maleducazione. Come può la tecnologia non renderci tremendamente SOLI??? 3000 amici su Facebook e 500 followers su Instagram ma in fin dei conti, tremendamente soli.

Ti ringrazio per aver perso tempo a leggere il mio articolo. Ora però spegni il pc, metti il cellulare in tasca ed esci. C’è un mondo di gente e di cose da scoprire lì fuori!

Data di pubblicazione: 28 Novembre 2018

Libertà, come comprenderla e viverla al meglio

L’arte della libertà,
si fa fatica a conquistarla e ancora più fatica a praticarla.

La libertà è un diritto, ma si può essere completamente liberi?

Sì, è vero, la società ci condiziona e dobbiamo in qualche modo adattarci ad essa e vivere entro i suoi confini.

Ma ho imparato che non è un difetto scendere a compromessi, anzi è un pregio saperlo fare.

Sì, la libertà è bella… ma come si può combattere per ciò che ci rende felici senza fare alcun tipo di rinuncia? Cosa c’è di male nello scendere a compromessi se quel compromesso è il prezzo da pagare per qualcosa di molto più grande e gratificante?
Nessuno del resto è mai stato veramente felice senza aver prima sperimentato la sofferenza. Tutto ha un senso in questa vita, ogni piccola cosa è un pezzo fondamentale di questo grande puzzle chiamato Vita.

Non possiamo quindi vivere senza compromessi, così come non possiamo vivere nella totale libertà.

Abbiamo bisogno di regole, abbiamo bisogno di fare sacrifici, abbiamo bisogno di fare rinunce, abbiamo bisogno di piangere, abbiamo bisogno di cadere, per poi rialzarci più forti di prima.

Non fuggiamo davanti ai momenti difficili…

Che cos’è in fondo la libertà?

Il voler essere, a tutti i costi, liberi a 360 gradi altro non è che una forma di dipendenza dalla libertà stessa e quindi una non-libertà.

Siamo esseri umani, siamo stati creati per interagire, per socializzare, per amare…
Se pensi che l’essere libero possa svincolarti da tutto questo, ti sbagli.
Se pensi che l’essere libero possa permetterti di continuare ad interagire, socializzare ed amare, ma svincolato da ogni regola e responsabilità, ti sbagli…
Abbiamo tutti un cuore e un’anima che va rispettata.

Fidati, puoi essere te stesso e perseguire il tuo ideale di libertà anche sottostando a qualche piccola regola, anche scendono a qualche piccolo compromesso.

Credo sia più semplice di quello che credi..

Cos’è più importante? Essere liberi di fare quel che si vuole o vivere serenamente? Certamente devi essere te stesso, almeno al 90%. Quel 10% che avanza è quello che tu “sacrifichi” quando scendi a qualche piccolo compromesso. Ad ogni modo non fare tutto quello che ti passa per la testa non vuol dire non essere libero. Noi stessi dobbiamo darci delle regole, dei limiti. Il fatto che nella società odierna una buona fetta dell’umanità è se stessa al 30% e sacrifica il 70% di quello che realmente è, non sta a significare che bisogna fare zero sacrifici per poter vivere la propria vita al 100%. Che poi cosa vuole realmente dire vivere la propria vita al 100%? Vuol dire essere davvero liberi?

Libertà…Mi verrebbe da associarla alla perfezione. Perché? Perché nessuna delle due esiste davvero!!!  Un po’ come la staticità. Ci posso essere momenti di fermo assoluto, ma prima o poi tutto muta. Puoi assaporare momenti di pura libertà, ma prima o poi tornerai ai compromessi che la vita ti presenterà. Puoi vivere una giornata perfetta, raggiungere il peso forma perfetto, avere il marito perfetto…ma niente di tutto questo è eterno e immutabile.

Consigli pratici


Cerca semplicemente di vivere la tua vita al meglio,
non dannarti alla ricerca di libertà o perfezione.

Goditi i momenti belli e quelli meno belli.
Cerca di essere te stesso quanto più puoi
e quando non puoi, non colpevolizzarti troppo.

La vita è piena di ostacoli e di situazioni che non possiamo prevedere o programmare.

Accogli con naturalezza quello che la vita ti presenta
e ascoltando il vero te troverai il modo migliore, per te/in quel momento, di affrontare ciò che ti accade.

Sii libero di non essere libero.

Data di pubblicazione: 28 Novembre 2018

Come scegliere il proprio gruppo di amici

Nella vita di tutti noi esistono persone che hanno lasciato il segno e che, a prescindere dalla distanza spaziale e temporale, continuano ad occupare un posticino nei nostri cuori.

È certamente più semplice mantenere unito il proprio gruppo di amici quando si vive, studia o lavora per tanti anni nella stessa città.

La vera sfida però inizia quando le proprie strade si dividono e ci si trasferisce altrove.

Accade quindi che si perdono per strada alcuni dei vecchi amici e, al contempo, si fa fatica a creare nuovi rapporti solidi e duraturi.

Sono davvero pochi quei veri amici che restano tali, nonostante tutto.

LE AMICIZIE VERE

Le amicizie cosiddette “vere” hanno bisogno di tempo per essere coltivate e, soprattutto, hanno bisogno di naturalezza.

Non si può forzare la nascita di un’amicizia semplicemente perché ci si sente soli e spaesati in una nuova città, né cercarla a tutti i costi, rischiando così di entrare in contatto con persone (per noi) sbagliate e in cui riponiamo, nonostante tutto, false speranze.

L’ATTACCAMENTO AL PASSATO

I cambiamenti spesso spaventano e minacciano il nostro equilibrio.
Una parte di noi resta affezionata a quello che eravamo prima e non riesce a lasciarsi andare alle novità.

Spesso proiettiamo nel nostro presente, persone ed eventi ormai appartenenti al nostro passato. Non ci rendiamo conto che crescendo cambiamo e che anche quelle vecchie persone e situazioni, contemporaneamente, cambiano.

Piuttosto che “ritrovare” noi stessi, dovremmo ogni giorno “trovare” quella nuova parte di noi che si adatta ai tempi che corrono. Perché “ritrovarsi” è un po’ come fare un tuffo nel passato.

Sia chiaro, il passato fa parte di noi ed è grazie ad esso se abbiamo raggiunto certi traguardi. Non possiamo rinnegare il nostro passato ed è giusto che ne conserviamo i ricordi e gli insegnamenti. Il voler rivivere situazioni ed emozioni passate però deve essere una scelta e non una costrizione dettata dalla pigrizia e dalla routine che non si ha il coraggio di abbandonare.

L’importanza dei vecchi amici

Non scordiamoci dei nostri vecchi amici, quelli che non vediamo e sentiamo da un po’, ma che sono ancora nostri amici.

Piuttosto che uscire con quel collega di lavoro che non sopporti, solo perché non hai di meglio da fare, perché non approfitti di un weekend libero per andare a trovare un vecchio amico?

Anche se fosse solo per un caffè!

Certi rapporti vibrano di così tanta bella energia che anche viverli per soli cinque minuti può lasciarti dentro una sensazione di positività e benessere impagabile e che ti porterai dentro per sempre.

In fondo che importa dove, come e quando abbiamo la possibilità di rincontrare i nostri vecchi amici?

L’importante è sapere che ci sono e che ci sono per noi.

È giusto che ognuno percorra la sua strada, ma questo non implica lo svanire dell’energia che regna fra due persone.

L’IDEOLOGIA DEL GRUPPO

Spesso si ha la tendenza a frequentare sempre lo stesso gruppo di persone, che fa sempre le stesse cose e parla sempre delle stesse cose.

Diventa inevitabile, così, cadere nella monotonia e nella noia.

Al contrario, invece, se si esce con gruppi diversi, aumentano le probabilità di fare e parlare di cose completamente nuove e, per questo, più entusiasmanti.

L’intelligenza si divide all’interno del gruppo

L’essere umano tende a diventare più stupido, o meno intelligente, quando si trova insieme ad altre persone. Alle volte per farsi notare o per far valere le sue ragioni o, semplicemente, per cercare di risultare simpatico a tutti.

Persone che possono risultare antipatiche o superficiali in gruppo possono riservare qualità inaspettate se prese singolarmente.

Onestamente preferisco far parte di un gruppo quando questo gruppo può essere realmente chiamato tale. In che senso? Nel senso che gli appartenenti a questo gruppo hanno deciso di unirsi in nome di uno o più interessi comuni (come ad esempio uno sport o un movimento politico).

Rifiuto invece di appartenere ad un gruppo di persone che si è trovato insieme per puro caso e non sa neanche come passare al meglio il proprio tempo.

Il gruppo deve essere una scelta, non un’assenza di alternative.

Per ogni interesse diverso può esistere un gruppo diverso

Poiché gli interessi di una persona sono molteplici, preferisco far parte di più gruppi, così da poter passare da un gruppo all’altro a seconda di quali interessi io abbia voglia di coltivare.

Molti hanno definito questo, un atteggiamento egoistico.

Onestamente non ne vedo il motivo.

Perché mai dovresti sentirti costretto a fare ciò che non ti fa star bene solo per soddisfare le esigenze del gruppo?

E perché mai dovresti rinunciare alle tue passioni solo perché gli altri del gruppo non le condividono?

Perché il tuo migliore amico dovrebbe offendersi nel caso tu decidessi di andare a giocare a golf con un altro amico, quando lui non ama affatto giocare a golf? Tutt’al più sarebbe lui l’egoista qualora ti proibisse di giocare a golf con il tuo amico solo perché quell’amico non è lui!

IN COMPAGNIA DI SE STESSI

Bisognerebbe anche un po’ abbandonare quest’idea che per fare qualcosa che ci piace bisogna per forza trovare un amico che voglia farla con noi.

E se non avessimo amici interessati a farla?
E se vivessimo in una città nuova e non avessimo proprio degli amici? Rinunciamo a fare quella cosa finché non troveremo quell’amico per farla?
Potrebbe essere troppo tardi lo sai?!

Bisogna trovare il proprio equilibrio ed essere capaci di coltivare i propri interessi anche da soli.

Bisogna essere forti e riuscire a convivere con la solitudine, riducendo così i propri rapporti a quelli più significativi.

Che senso avrebbe del resto circondarsi di persone che ci fanno sentire ancora più soli di quanto lo siamo realmente.

L’INDIPENDENZA DAL GRUPPO

L’appartenere a più gruppi, o il non appartenere a nessun gruppo, ha però i suoi effetti collaterali.

Quando ti trovi, che sia per scelta o per caso, in un qualsiasi gruppo a cui non appartieni o che frequenti sporadicamente, spesso e volentieri ti senti escluso.

E’ difficile creare legami forti con persone con le quali non condividi molto del tuo tempo e dei tuoi interessi.

Non a caso molte persone, che hanno pochi interessi o che per altre ragioni frequentano sempre lo stesso gruppo di persone, creano con gli altri appartenenti al gruppo un legame, se si può dire, più forte. Condividono una serie di esperienze personali che si verificano all’ordine del giorno e su cui si aggiornano ad ogni incontro.

Ovviamente se non sei stato presente quando i tuoi amici hanno condiviso determinate esperienze, rischi di rimanere escluso da molti dei loro discorsi e, spesso e volentieri, di non cogliere il significato di alcune delle loro battute.

L’arte di saper stare bene in qualsiasi gruppo

Sono dell’idea che una persona abbastanza intelligente sappia tirar fuori argomenti interessanti di cui parlare senza necessariamente far sentire escluso nessuno del gruppo o rischiare di diventare ripetitivo.

Inoltre credo che oggigiorno la gente sia, a prescindere dalla sua intelligenza, a corto di argomenti interessanti di cui parlare e, qualora si trovasse con persone con le quali non condivide molto (interessi, scuola, lavoro), farebbe fatica a sostenere una conversazione ricca e coinvolgente.

Fra le mille cose la gente al giorno d’oggi non sa neanche più ascoltare, poiché è troppo impegnata a far valere a tutti i costi le proprie ragioni. 

Molte persone, di quelle che si sono inconsciamente rassegnate ai tempi che corrono, hanno deciso di frequentare sempre lo stesso gruppo di amici, a prescindere se ne siano felici o meno, tanto basta aprire Facebook o Instagram per isolarsi quel che basta dal gruppo reale e stare “meglio” in quello virtuale!

Vuoi davvero essere una di queste persone?

Data di pubblicazione: 28 Novembre 2018

Gelosia, che gelo sia! Come riuscire a gelare la gelosia che arde dentro tutti noi

Gelosia, che gelo sia! Non è soltanto un gioco di parole, ma un invito a gelare la gelosia che regna nei nostri animi infuocati.

Se ti sei soffermato anche solo per un secondo su questo articolo, vuol dire che sicuramente hai vissuto o stai vivendo anche tu un cattivo rapporto con la tua gelosia o con la gelosia delle persone più vicine a te. Cercherò di dirti la mia a riguardo e spero che quel che dirò ti aiuterà ad affrontare meglio la tua condizione.

Che cos’è la gelosia

Innanzitutto al concetto di gelosia non riesco a non affiancare quello del volersi bene.

ESSERE GELOSI = NON VOLERSI BENE

Nel senso di non voler bene a se stessi! E di conseguenza neanche a chi ci è affianco. E questo concetto è alla base di tutto.

Potrei non aggiungere altro, ma ho voglia di impelagarmi un po’ in questa fitta e invalicabile ragnatela invisibile chiamata “gelosia”.

Generalmente lo stato di gelosia è esercitato da chi vive con insicurezza, ansia e possesso una relazione, ed è legata profondamente a due paure in particolare: la paura della condivisione e quella del contatto.

Gelosia come paura della condivisione

A mio parere la gelosia non nasce semplicemente dalla paura di perdere una persona, ma nasce soprattutto dalla paura di condividerla.

Non siamo abituati a pensare che la persona che amiamo possa essere contemporaneamente amata da qualcun’altro…e a sua volta ricambiare (ti invito a non focalizzarti solo sull’amore classico fra uomo e donna, ma anche all’amore come sentimento più esteso fra gli esseri umani in generale).

Gelosia come paura del contatto

Inoltre, la paura di questo amore condiviso spesso porta ad un’altra paura, ancor più profonda, e cioè la paura del contatto. Infatti, una delle cose che più ci spaventa, è che la persona che amiamo possa toccare o essere toccata da qualcun’altro.

E per toccare intendo anche un semplice abbraccio. Un timore così grande che la maggior parte delle volte sfocia nel patetico, e anche un piccolo sguardo può infuocare l’animo della persona gelosa e apparire come qualcosa di fisico che tocca il corpo dell’amato.

Il potere dello sguardo nella gelosia

Un semplice sguardo, agli occhi del geloso, può equivalere ad un vero e proprio tradimento. È come se la persona gelosa assistesse ad un’unione intima fra la persona amata e quella con cui avviene lo scambio.

Ed è lì che, improvvisamente, la persona gelosa inizia a sentirsi nuda, come se il suo corpo fosse, da un momento all’altro, spogliato da ogni dignità, logorato e spremuto fino al midollo. Un corpo ormai da buttare.

Perché la gelosia regna negli animi delle persone insicure le quali spesso riducono se stesse a merce e, quando vengono divorate dalla gelosia, si sentono come un oggetto ormai diventato inutile.

Il “terzo incomodo” che dona lo sguardo invece, appare, agli occhi del geloso, come un fiore appena sbocciato, desideroso di luce e generoso, pronto a donare il suo nettare.

Infine la persona amata, quella che riceve lo sguardo, e che lo ricambia, appare come una giovane ape alla ricerca di un nuovo fiore su cui poggiarsi. Di quello vecchio non ha più bisogno, ormai la luna di miele è stata fatta.

Nella mente del geloso è caos allo stato puro.

Gelos-ia patolog-ia

La situazione peraltro cade sul patologico quando lo scambio di sguardi in questione diventa puramente immaginario e cioè nato ed evolutosi esclusivamente nella fantasiosa mente del geloso. Una mente nella quale si auto-proietta un film inedito che gira velocemente su una pellicola, la quale ricopre, avvolge e schiaccia la realtà, fino a distruggerla… Una realtà che ha ormai ceduto il suo posto all’immaginazione, per andarsi a fare una bel viaggetto di sola andata!!

E non ha senso aspettare che ritorni.

Ti presento una situazione ricorrente:

Immagina di essere in un gruppo di persone, di amici. Fra queste c’è quella che desideri, che ami. Fra una chiacchierata e l’altra prendono parte al gruppo altre persone a voi sconosciute, le quali iniziano a scambiare sguardi, sorrisi e battute amichevoli con il tuo amato, il quale, per giunta, ricambia. Come ti sentiresti? Il geloso si sentirebbe spodestato, decentrato, prevaricato, minacciato, SFIDATO.

Quando accade ciò, il film è già iniziato da un pezzo.
Il secondo tempo arriva subito…ma non termina MAI.
È un film infinito.

La gelosia è un buio e freddo tunnel.
Un labirinto d’ortiche.
Ti perdi,
non vedi più nulla,
soffri.

Viviamo in un mondo di registi che girano film paranoici, di cui sono gli unici protagonisti e spettatori.

Il geloso non si vede responsabile della sua gelosia

Il geloso generalmente attribuisce le colpe di ogni sua sofferenza agli altri, alla situazione. La sua gelosia è, guarda caso, sempre giustificata!

“Ti ho visto come la guardavi”“Non mi hai detto dove sei andato ieri sera” “Non ti sembra di passare troppo tempo con quella tua amica?” “Con chi eri al telefono?

Sono solo alcune delle classiche frasi che la persona gelosa rivolge alla persona amata e dalle quali nascono litigi volti a colpevolizzare l’amato, responsabile, a causa di un presunto atteggiamento sbagliato, di aver generato questo sentimento di gelosia non voluto. Il dito è sempre puntato contro l’amato o l’amante e mai contro se stessi.

Perché la persona gelosa non vuole essere gelosa. Non vuole perché la gelosia la fa star male. Continua però ad esserlo perché non capisce che lei, e solo lei, può dar fine a questa sofferenza. 

Gelosia come strumento di sofferenza

In una società dove il desiderio è visto come mancanza e la relazione come possesso, la sofferenza è quasi un obiettivo da raggiungere. E’ una continua gara a chi soffre di più. E la gelosia è un ottimo strumento per poter soffrire e dare un perché al proprio vittimismo.

Le persone felici e spensierate sono fuori moda. Sono dei pazzi!
Mentre il geloso vede ogni intruso come probabile sfidante, il pazzo lo vedrebbe come un probabile amico, se non amante.
Per il geloso il triangolo è una minaccia, per il pazzo è una promessa.

La geometria non è un reato! Diceva Renato..

Ma al di là della geometria, non credi anche tu che si può essere solo fieri del fatto che la persona che amiamo sia una persona che piaccia anche gli altri? Fieri del fatto che questa persona abbia scelto noi piuttosto che qualcun altro?

Perché sì, amare è una scelta

Come può definirsi vero amore se la persona al tuo fianco non ha libertà di scelta? Allontanarla da qualsiasi possibile “sfidante” e cercare di manipolare i suoi sentimenti, di certo non farà di te la persona prescelta, fortunata ed amata. Tutt’al più farà di te quella cornuta! Perché più sarai geloso e possessivo e più allontanerai la persona amata da te.

NON PUOI MANIPOLARE I SENTIMENTI DELLA PERSONA CHE AMI

Io personalmente non vorrei mai al mio fianco persone i cui sentimenti non fossero del tutto spontanei.
Se la persona che amo, ama a sua volta qualcun’altro…io che ci posso fare?
Posso solo decidere se continuare a donargli il mio amore o se tenerlo per me. Ma di certo non posso costringerla a ricambiare i miei sentimenti né tanto meno ad avere l’esclusiva dei suoi.
Inoltre la gelosia ha il potere di distruggere ogni sentimento d’amore già esistente, quindi non ne vedo proprio il lato vantaggioso.

A questo punto potresti dirmi che un po’ di gelosia può far solo bene al rapporto, ed io ti risponderei che concordo! Infatti il non dover essere troppo gelosi non vuol dire dare per scontato il proprio partner.

Un po’ di gelosia serve sempre a ricordare, all’amato, quanto l’altra persona ci tenga al rapporto, e a chi prova la gelosia, che deve rinnovare ogni giorno il proprio amore per non far sì che questo rapporto muoia.

Per combattere la gelosia, quella morbosa, bisognerebbe avere più autostima e, al contempo, più fiducia nel partner.

So che non è semplice. Siamo esseri umani e fragili. Ma la nostra serenità viene sempre al primo posto.

Basta semplicemente chiedersi: perché non dovrei essere geloso?” 

E non vi è altra risposta che: PERCHÉ MI VOGLIO BENE! 

Data di pubblicazione (articolo rivisitato): 28 Novembre 2018

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Single o in coppia? Amore è la risposta.

L’eterno dilemma:
single o in coppia?

Mi capita spesso di affrontare questo argomento con amici o conoscenti e puntualmente vedo che sono molte le persone in continua crisi con se stesse, perché non sanno se preferiscono la vita da single o quella di coppia, oppure perché si fissano con l’una o con l’altra.

Come se la vita di ogni single fosse identica all’altra e se la vita di coppia fosse uguale per tutti.

C’è chi vede nella vita da single la libertà eterna, chi invece la solitudine eterna.

C’è chi vede nella vita di coppia gli eterni compromessi, chi invece una crescita continua.

Ma dico io, bisogna necessariamente scegliere a priori o con garanzie a lungo termine?

Se si creano i presupposti per una vita di coppia allora ben venga la vita di coppia, altrimenti si vive benissimo anche da soli!

Il problema è che non tutti sono capaci di vivere serenamente con se stessi e quindi preferiscono inoltrarsi in relazioni incomplete e non soddisfacenti pur di non far fronte alla famigerata Solitudine.

Inoltre molte persone non si conoscono davvero e si illudono, invece, di conoscere la persona che hanno al proprio fianco.

Scegliere di stare in coppia
con se stessi

single

Non importa se si sceglie la vita da single o quella di coppia, l’importante è scegliere di amare se stessi. Niente e nessuno ci renderà mai felici senza questo presupposto.

A mio parere ci sono vantaggi e svantaggi in entrambi gli stili di vita, poiché ogni scelta comporta una rinuncia. L’importante è conoscere le proprie priorità e fare ciò che ci fa stare bene, o comunque meglio, in quel momento.

Se in un certo momento della nostra vita stiamo bene da soli allora ce ne stiamo da soli!
Se invece conosciamo una persona con la quale sentiamo di voler condividere la nostra vita (presente) allora ben venga, viviamoci questa relazione!

Tutti questi “mai” e “per sempre” non servono a nulla!

Io, personalmente, non decido a priori di avere una relazione.

Vivo, conosco, sperimento e poi, se si creano i presupposti per una relazione, me la vivo.

Ed uno dei presupposti fondamentali è l’amore per se stessi e poi, ovviamente, per l’altro! Senza amore non si va da nessuna parte. Inoltre quando c’è l’Amore, è spesso Lui a scegliere per noi..

E ribadisco che non tutte le vite da single sono uguali, né quelle di coppia.

Siamo esseri umani differenti, con i propri pregi e difetti, voglie e vizi, esigenze e necessità. Ognuno di noi vive la propria vita, con se stessi e con gli altri, a modo suo e con le sue peculiarità.

Essere single non è sinonimo di libertà e stare in coppia non è sinonimo di prigionia!

La libertà è dentro di noi, così come l’amore!

Se ci sentiamo liberi e in amore con noi stessi, lo saremo in qualsiasi situazione e in qualsiasi relazione, altrimenti no.

Single o in coppia?

Essere fedeli all’Amore

Credo che il segreto sia rimanere fedeli all’amore.
Se vi è amore allora tutto è permesso. In caso contrario nulla lo è.

Si parla sempre di paura di non essere amati, ma molto comune è anche la paura di amare.

Nessuno è obbligato a stare o restare con qualcuno che non si ama. Se accade, è solo perché non si è fedeli all’Amore.

Se due persone hanno deciso di vivere con un unico partner per tutta la vita; non c’è nulla di sbagliato. Sbagliato è vivere nella menzogna, verso gli altri ma, soprattutto, verso se stessi.

Se si rimane fedeli all’amore, stare con una sola persona è una cosa bellissima, perché l’intimità cresce e l’amore darà RIVELAZIONI sempre più profonde.

Cosa non possibile invece se si continua a cambiare partner come fossero vestiti o cellulari.

La paura di impegnarsi, tanto quanto quella di restare da soli, distrugge l’Amore.

Non distruggiamo l’Amore..

Ps: in questo articolo parlo dell’amore di coppia, ma se siete finiti sul mio blog è perché molto probabilmente anche voi credete nell’esistenza di un amore che può esprimersi in mille forme, colori e modalità differenti.

L’importante è rimanere fedeli all’Amore, in qualsiasi forma lo si scelga!

Data di pubblicazione: 28 Novembre 2018

Solitudine, riflessioni pratiche per comprenderla e amarla

Che cos’è la solitudine

La solitudine è una sensazione che bussa alla nostra vita fin da piccoli, non appena iniziamo a percepire noi stessi e la realtà circostante.

Infanzia e solitudine

Quando ero bambina, ad esempio, volevo giocare con tutti gli altri bambini e spesso rimanevo delusa dal fatto che per alcuni di loro non era lo stesso. 

“Mamma, perché non vogliono farmi giocare con i loro giochi?” era una delle domande che spesso le chiedevo. Condividevo tutto e spesso regalavo giochi, anche nuovi, ai miei amichetti. Non riuscivo a spiegarmi perché loro non facevano lo stesso. Iniziai a sperimentare qualcosa che assomigliava alla solitudine ma non avevo ben chiaro di cosa si trattasse. Ero semplicemente triste e non sapevo il perché. Nonostante fossi in compagnia di questi bambini, mi sentivo esclusa….e sola.

Crescendo iniziai a percepire la diversità fra le persone e iniziai a chiedermi se erano proprio queste diversità a far emergere le divergenze e a portare le persone a scontrarsi.

Adolescenza e solitudine

Nonostante ebbi questa intuizione, pur di non far fronte alla solitudine, iniziai a vivere la mia adolescenza cercando di piacere a tutti. Ovviamente il voler soddisfare le aspettative di tutti era estremamente estenuante, per non dire frustrante.

Creai un’immagine di me vista con gli occhi degli altri. L’unica cosa importante era piacere e avere tanti “amici” (a cui piacessi ovviamente). Facevo quello che era ‘figo’ fare, indossavo quello che era ‘figo’ indossare..per lo meno agli occhi di quel gruppo di persone che frequentavo, quel gruppo a cui avevo deciso di appartenere.

Perché sì, a quell’età dovevi appartenere ad un gruppo (comunisti, fascisti, punk, metallari, snob ecc ecc) per non sentirti escluso ed essere costretto a fare i conti con la solitudine.

Temevo la solitudine, era considerata roba da sfigati!  Restare a casa senza far nulla o non uscire il sabato sera era una cosa alquanto inconcepibile. Non importava se quel gruppo di persone mi facesse sentire sola, importava solo che ai loro occhi io non lo fossi.

18 ANNI

L’evento più ambito era la festa dei 18 anni e quello fu l’esempio lampante di quanto ci tenessi a fare bella figura. Infatti, grazie all’aiuto dei miei genitori e di un mio zio che aveva un’agenzia che organizzava eventi, riuscii ad affittare una famosa discoteca tutta per me (odiavo le discoteche e tutt’ora non sono il mio forte)! Tutti, però, affittavano locali ‘fighi’ per festeggiare i loro diciott’anni quindi perché non io? Risultai ‘figa’ davanti a tutti i miei amici e compagni di classe…loro si divertirono un mondo, io un po’ meno…ma non era questo che mi importava del resto.

Ovviamente ringrazio di cuore i miei genitori per il loro impegno nell’organizzarmi questa festa. Ci tenevano a farmi felice e io sono tutt’ora felice di quello che hanno fatto per me. Ma, con il senno di poi, se potessi tornare indietro, farei molte cose diversamente.

Maturità e solitudine

Ora le cose sono cambiate, maturate. Sono diventata una persona più consapevole di ciò che sono e che voglio, e delle persone che desidero o non desidero frequentare. In fondo a questo serve l’adolescenza, a sbagliare, a crescere, a formarsi..

Ho pian piano imparato ad apprezzare la solitudine e la compagnia di me stessa. Esco quando voglio. Non esco quando non voglio. Ho acquisito libertà. Libertà di stare sola. Libertà di preferire la mia compagnia a quella di chi non ha niente da condividere con me. Ho imparato a volermi bene. Non è stato affatto facile. Ho versato tante lacrime e continuo a versarne perché non è semplice volersi bene. Alle volte mi scoraggio un po’ ed ho la sensazione che tutte le mie certezze mi abbandonino e con esse quell’autostima che credevo di aver ormai conquistato.

L’importanza dei momenti meno belli

Ho imparato però che tutto fa parte della vita e che bisogna trarre insegnamento anche dai momenti meno piacevoli, anzi soprattutto da quelli. Ho appreso che l’importante è acquisire la giusta consapevolezza, dei bei momenti e di quelli meno belli, e che la solitudine non è una cosa brutta, dal quale fuggire. Anzi, ho iniziato ad amare la solitudine e la mia compagnia. Non a caso certe riflessioni, certe idee importanti, vengono solo nei momenti di solitudine.

Selezionare bene le amicizie

Ho viaggiato molto, fisicamente e non, e nel corso dei miei viaggi ho conosciuto nuovi amici, mentre ne ho “persi” altri lungo il percorso. Ho spesso dovuto, come dire, “fare pulizia” fra le mie amicizie, cercando di conservare quelle che valevano la pena e far spazio a quelle che meritavano una possibilità.

La possibilità di entrare nella mia vita, nella mia preziosa vita. Una vita troppo preziosa per essere circondata da persone che non mi amano, che non amano se stesse e che non amano la vita.

La vita di ognuno di noi è preziosa. La nostra solitudine è preziosa.

Dobbiamo selezionare con cura le persone che entrano ed escono dalla nostra vita e con la stessa cura selezionare i momenti in cui abbiamo bisogno solo della nostra compagnia.

Data di pubblicazione: 28 Novembre 2018

TI AMO

Ti
Invito

A
Mancarmi
Ossessivamente

Cos’è giusto e cos’è sbagliato

Cos’è giusto e cos’è sbagliato?

Ritengo che la formulazione della domanda sia di per sé ambigua. Più che altro chiederei, esistono cose giuste e cose sbagliate? E, soprattutto, chi è in potere di deciderlo? Chi ha il diritto di dire a qualcun altro cosa sia giusto fare o non fare?

Ovviamente nel corso dei millenni, secoli e anni..società, religioni e culture, variegate ed avariate, hanno dato il meglio di loro per cercare di inculcare nella mente dei più deboli preconcetti morali al fine di riuscire a manipolare le masse. E, devo dire, che ci sono riusciti benissimo. Ma dico io, non ho mica bisogno di una religione per capire che uccidere è sbagliato o che essere misericordiosi è cosa buona e giusta? Questi sono principi umani che dovrebbero (riprenderò il discorso in seguito) nascere naturalmente in noi. Anzi, credo che la religione abbia proprio spinto al contrario, basta citare le famosissime crociate o “guerre di religione” o il divario che le stesse religioni creano fra popoli appartenenti a religioni diverse. Dov’è finita questa misericordia se un cattolico arriva a detestare un musulmano o viceversa? Ma non voglio impelagarmi in discorsi “religiosi”. I vari governi, dittatori, presidenti e partiti politici hanno fatto anch’essi qualcosa di molto simile. Hanno inventato false verità e manipolato masse. Chi è al potere deve collezionare seguaci e l’unico modo per farlo è manipolandoli. Ora non voglio neanche impelagarmi troppo in questioni politiche delle quali non mi intendo molto, ma avevo bisogno di fare queste premesse per parlare di ciò che mi sta realmente a cuore: la natura.

Tutti questi sacerdoti e politici hanno mai tenuto conto della natura? Madre natura è stata calpestata, ignorata, diffamata, distrutta…..CONDANNATA. Hanno inventato il peccato originale e il senso di colpa per manipolarci e i nostri stessi genitori e insegnanti di scuola, essi stessi manipolati, hanno assunto con noi lo stesso atteggiamento. Ovviamente il tutto è avvenuto involontariamente. Un genitore modello vuole solo il tuo bene. Ma come fa a fare del bene per un figlio, se non ha fatto/fa del bene per se stesso? Nella sua testa sono stati inculcati falsi principi di una morale discutibile e lui, convinto della loro credibilità, ha cercato di trasmetterli alla prole. Posso immaginare che fare il genitore non sia affatto semplice. A stento riusciamo a capire cos’è meglio per noi stessi, figuriamoci per qualcun altro. Di una cosa però sono molto grata ai miei genitori, sebbene anche loro, come nel piccolo tutti noi, siano stati vittime di questa società: hanno cercato quanto più possibile di lasciarmi libera di sbagliare, seguire la mia natura e capire io stessa quale fosse la mia strada da seguire. Sebbene sia cresciuta in un quadro religioso e sociale ben definito, nel loro piccolo sono stati dei fantastici, piccoli, dolci rivoluzionari.

E ritornando alla domanda iniziale su cos’è giusto e cos’è sbagliato, la risposta credo sia una e una sola:  giusto è quello che la tua natura ti suggerisce di fare e sbagliato è tutto quello che non ti viene naturale farlo. Qui mi aspetterei una domanda del tipo: e se quello che fa star bene te nuoce a qualcun’altro? La mia risposta sarà: vuol dire che così dev’essere. Tutto avviene per una ragione. Nella vita esiste il bello e il brutto, i sorrisi e le lacrime, la serenità e la tristezza. Nulla potrebbe esistere senza il suo opposto. Ci sarà sempre chi è felice e chi non lo è, chi riceve del bene e chi del male. La vita è una ruota che gira, non possiamo né fermarla né invertirne la corsa. Possiamo solo viverla, così com’è, secondo natura.

Cosa succede però spesso e volentieri? Succede che la nostra natura ci porta a fare cose che la nostra religione, società e cultura definiscono “sbagliate” e quindi noi ci colpevolizziamo in partenza e non le facciamo. Questo ci fa star male perché abbiamo frenato la nostra vera natura per omologarci e soddisfare richieste e aspettative esterne, per apparire come gli altri vogliono vederci. Ma noi come ci vediamo davvero? Siamo felici di noi stessi e con noi stessi quando indossiamo questa maschera? Cos’è che importa davvero, quello che gli altri vedono o quello che noi stessi sentiamo e percepiamo? Io rispondo la seconda, e voi?

Tornando a quei sacerdoti e politici che hanno manipolato le masse…se hanno agito seguendo la loro, per quanto discutibile, natura, io non posso far altro che stimarli per questo! Loro hanno fatto quello che sentivano di fare, quello che più li faceva star bene. A certe persone fa star bene la sofferenza altrui, o sfruttare l’altro. A me no, ma io non sono loro e loro non sono me. Quello che non capisco invece è perché un ipotetico “tu” si sia lasciato manipolare o sfruttare da questa gente quando questo invece non rispecchiava affatto la tua natura?

Per fare un esempio apparentemente banale posso menzionarvi la classica situazione della ragazzina ferita che incolpa lo stronzo in questione di essere stato la causa delle sue sofferenze. Lo stronzo in questione è sempre stato stronzo e sempre lo sarà. Questa è la sua natura e forse non cambierà mai. Allora cosa deve fare questa ragazzina? Passerà la vita a trovare la causa delle sue sofferenze in tutti i bastardi che incontrerà? Oppure prenderà in mano la sua vita, smetterà di farsela mettere in quel posto e inizierà a seguire la sua vera natura?

Fidati che se segui la tua vera natura non andrai a finire in situazioni che ti faranno del male. Certo, potrai incorrere in situazioni spiacevoli che fan parte della vita, ma se davvero vivi secondo quello che realmente sei, saprai come affrontarle..senza dover stare ad incolpare nessuno (spesso soffrire è quel che è giusto per te in quel momento, è propedeutico, non condannarlo)! Ciò che in quel momento particolare della tua vita poteva sembrarti sbagliato, è stata invece la cosa giusta per te guardandola a posteriori, accogli semplicemente quello che la tua natura ti dona.

Noi siamo padroni di noi stessi, infatti la mia non è una critica al manipolatore…bensì a chi si lascia manipolare. A meno che lasciarti manipolare non faccia parte della tua vera natura, allora è un’altra storia! Tutto è relativo, nulla è giusto o sbagliato, non ci sono regole universali per deciderlo.

Sii te stesso, questa è l’unica regola, l’unica cosa giusta.

GOSSIP

Gelida
Ossessione di
Superiorità che
Striscia con
Indecenza
Pubblicamente

Esistono ancora gli stereotipi?

Ebbene sì, devo ammettere..a malincuore..che gli stereotipi esistono ancora. Nonostante, nel 2016, si siano raggiunti livelli di apertura mentale e predisposizione al cambiamento non indifferenti, ci perdiamo spesso in opinioni rigidamente precostituite e generalizzate. La bellezza di un arcobaleno ci sbalordisce sempre, eppure, per alcuni di noi esiste o solo il bianco o solo il nero. Viviamo nella necessità di categorizzare e di inserire tutto e tutti all’intero di concezioni predefinite. Di conseguenza, qualsiasi cosa e qualunque persona esca dai confini che delineano questi stereotipi, viene condannata. Oh…guarda che bello l’arcobaleno!!! E poi? Perché non ci sbalordiamo davanti all’arcobaleno di cose e persone che la vita e la natura ci offre?

L’abito non fa il monaco ma, soprattutto, il monaco è libero di indossare qualsiasi abito, e questo di certo non cambierà la sua essenza di monaco. Sarà sempre lui, qualsiasi cosa esso indossa. Inoltre egli è libero di andare dove vuole, fare quello che vuole e con chi vuole, a prescindere dall’abito che indossa.

Il fatto che io sia una di quelle persone che ama uno stile di vita semplice e comodo, non esclude l’eventualità che possa aver voglia di indossare un vestito elegante o le scarpe con i tacchi.

Il fatto che io sia una di quelle persone che ama uno stile di vita raffinato ed elegante, non esclude l’eventualità che possa aver voglia di indossare una tuta e scarpe da ginnastica.

Il fatto che io sia una di quelle persone che ama la tranquillità e locali dove ci si può rilassare e leggere un libro, non esclude l’eventualità che possa aver voglia di andare in discoteca.

Il fatto che io sia una di quelle persone che ama far festa e andare a ballare in discoteca, non esclude l’eventualità che possa aver voglia di andare in un café a leggere un libro davanti ad una cioccolata calda.

Il fatto che io sia una di quelle persone che ama fare o indossare quella cosa in particolare, non esclude il fatto che non possa aver voglia di fare o indossare qualcos’altro!!!

Ovviamente questi sono solo alcuni dei millemila esempi che potrei elencarvi. Gli stereotipi affollano ogni ambito: cultura, religione, sesso, etnia ecc..

Di qualsiasi tipo essi siano, aboliamo questi stereotipi, non solo verso gli altri ma anche, e soprattutto, verso noi stessi. Non vi precludete qualcosa solo perché pensate di non appartenere a quella categoria! Le categorie sono realtà illusorie.

Potete sperimentare tutto, qualsiasi cosa voi indossate. E potete indossare tutto, qualsiasi cosa voi sperimentate.

Portafoglio pieno e anima vuota.

Sai, un tempo pensavo che la parte artistica di me fosse quella parte che mi avrebbe permesso di occupare al meglio il mio tempo libero. La associavo, in qualche modo, all’hobby! Se hai del tempo libero, cosa fai? Dai sfogo alla tua vena creativa. Balli, disegni, canti..crei. Continua a leggere “Portafoglio pieno e anima vuota.”

Vita

Questo articolo è un po’ come quel libro di una vita che non è stato mai scritto e che inizia finalmente a prendere luce. Però, come per ogni nascita, grande è la speranza..ma altrettanto grande è l’incertezza e la paura di un futuro ignoto. All’incertezza e alla paura si accompagnano al contempo una grande curiosità ed una forte eccitazione legate all’indefinito. Si sa, il mistero ha da sempre affascinato!

Una vita di pensieri che sono nati l’uno sull’altro, l’uno dall’altro…in una valanga di eventi e di emozioni che hanno dato forma a idee e spazio a esperienze. Un libro non basterà a raccontare una vita, un articolo tanto meno. Non importa. Forse una vita non basterebbe a raccontare un’altra vita. Forse tutto questo è impossibile. Forse una vita non può essere affatto raccontata ma solo vissuta. Solo trasmessa…condivisa!

Non sono qui per raccontarvi la mia vita. Non mi piace farlo e non vedo il motivo per cui a voi dovrebbe interessare. Ma sono qui per condividere con voi tutti quello che la mia vita ha condiviso con me. Tutto quello che altre vite hanno condiviso con la mia. E sono qui per abbracciare con gioia ogni vostra piccola condivisione. Io sto scrivendo e voi, spero, leggerete. Ma sono qui pronta a leggervi…in ogni momento!

E’ un capitolo nuovo di una vita fatta di tanti capitoli, di una vita fatta di molteplici vite. Molteplici lingue e culture che si incastrano in una giostra di percezioni. Vite di ogni età, sesso e religione che bussano alla porta di uno stesso appartamento. Distanze interminabili che avvicinano i cuori. E vicinanze che creano inspiegabili spazi nell’anima.

Cos’è la distanza fisica quando forte è l’amore? E cos’è la vicinanza fisica quando l’amore è assente? Treni, autobus e aerei non potranno mai portarti tanto vicino a chi ami quanto la forza del tuo stesso amore. Quell’amore che non conosce ore di viaggio né limiti di tempo. Non importa dove si dirige e quanto impiega. Quello che importa è la serenità che lo accompagna durante il percorso, un percorso infinito.

La vita dev’essere fatta di scelte, non di forzature. Le costrizioni non portano lontano, la volontà sì. Qualsiasi cosa facciamo, dalla più piccola e apparentemente insignificante, alla più grande e apparentemente impossibile…facciamola con il cuore! Qualsiasi cosa noi facciamo meccanicamente, o costretti dalla paura o dal giudizio altrui, non ci porterà da nessuna parte… Al contrario, qualsiasi cosa noi facciamo con consapevolezza, di noi stessi e di quello che stiamo facendo, ci porterà dove non possiamo neanche immaginare! No, non possiamo neanche immaginarlo, e non serve immaginarlo! Non importa dove ci porterà perché noi saremo immersi nel percorso e non ci faremo neanche caso! Un percorso fatto di tanti piccoli traguardi, che ci doneranno una serenità inaspettata. Una serenità la cui bellezza le è donata proprio dall’impossibilità di prevederla.

Si chiama vita, non sappiamo dove ci porta. Non importa dove ci porta. Possiamo solo viverla, con il cuore!

 

Blog

VIAGGIO

Virtuosa e

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Avventura di

Girovaganti

Giostre

Impazienti di

Osservare

Non hai bisogno di fermare il tempo per fermarti.

Back to the future - Blog

Cos’è oggettivamente il tempo? E un orologio? Possiamo veramente calcolare il tempo? Credo che l’orologio sia stato inventato per scandire il tempo e per aiutarci, in qualche modo, ad organizzare la nostra vita in maniera più sistematica, puntuale e sincronizzata con la vita di chi ci circonda. Perché, in fondo, se vivessimo da soli su questo pianeta, perché mai avremmo bisogno del tempo, o di un orologio? Tu vivi nel tempo, nel tuo tempo. Il tempo è un energia che è sempre esistita. Nessuno lo ha mai creato, né nessuno potrà mai distruggerlo. Ma tu, essere umano con la tua vita frenetica vittima delle lancette di un orologio….sì tu, essere umano, puoi trasformare il tuo tempo! L’orologio non crea il tempo, lo scandisce semplicemente. Una scansione che però non è fissa e statica nelle sue modalità. In che senso? Nel senso che sei tu che modelli il tuo tempo a seconda delle tue esigenze, passioni…

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Nothing and no one can complete us, but only enrich us.

None of us is a perfect human being, but we are perfect in our completeness.

In which sense?

In the sense that everyone has got the necessary tools to achieve his/her completeness.

Then… why do we always feel somehow incomplete? Why do we rush so much searching things and people that can complete us? What do we really miss?

Actually we don’t miss anything, but the problem lies in the fact that we always feel that we miss something.

For example, if our stomach gives us a nod of emptiness, we run immediately in search of food and then we eat and keep eating as if there wasn’t any tomorrow. We don’t even give too much importance to what we are eating, because what matters is that we fill our sense of emptiness! Sometimes we are not even hungry, but it’s just our feeling of incompleteness that let us feel hungry and let us believe that we can fix that gap with food ….YUM, YUM, YUM!

Also, when we feel alone and incomplete, we always run to do shopping, but we don’t understand that it is only our wardrobe that gets filled while our soul empties more and more …BUY, BUY! It’s nice occasionally to buy something as a gift for ourselves…but what usually happens is that we sell our soul to those objects by transforming ourselves into objects as well.

The same thing often happens with our heart. If it gives us the slightest feeling of suffering or loneliness, here we are running immediately in search of affection, love, friends, lovers…and if it doesn’t work, we dive into alcohol, drugs…..SPLASH! Is it really our heart to speak to us, to lie to us?

If we perceive a light feeling of deep silence, we rush to call a friend on the phone, to switch on the TV or listening to music. We always need to communicate or listen to someone or something to talk with, to be listened by….BLA, BLA, BLA!

Do we really need to fill us in this way or rush so desperately in search of something or someone to fulfill us as soon as possible? And, most important, do we really feel satisfied after? Did we really solved this lack? We probably believe we did it for the first few seconds, minutes or days…but then what?

Then we find ourselves panting again and looking for something else…and so on forever. We suffer, we run, we try, we find, we rejoice, we lose, we cry….we suffer again, run again, try again..and so on.

The problem is that as long as we continue to look outside for the solution to this feeling of lack, we will end only to find ephemeral and illusory solutions.

Where is that instead we do have really have to look?

Within yourself. This is the only answer. It is not easy at all. It’s not easy because the outside always seems so beautiful and bright, while the inside is dark and things do not appear clearly, then, it’s frightening. It is not easy to sit with yourself, in front of yourself and “talk”. And the only way to really talk to you is to be silent. There are answers that only silence can give and, as darkness, silence scares. Yes, it scares because it could be suddenly interrupted by something unexpected. Yes, it scares because it leaves us naked in front of the mirror of our soul. Being naked scares. Being naked, in silence, in the darkness of ourselves, scares. Not everyone has the courage to do it, and many of those who embrace the challenge, midway take a step back frightened and find themselves back to square one. It is not easy, but after every climb there is always a descent.

Today’s society has grown in the philosophy of NEED. We grew up as incomplete beings that always NEED something or someone to be complete, happy and completely happy. Everything is now advertised and sold to satisfy our needs…

“SELLING EMOTIONS” was the headline of a newspaper article that I read about ten years ago…

Everything and every person has a particular and special role in our life, but everything and every person has to be seen as a means of enrichment and expansion and not erroneously as a means of completion…as a need! There is nothing outside of ourselves that can complete us; however there is an immense variety of experiences and people who can enrich us.

It’s hard to accept it. It’s difficult to be “self-sufficient”. It’s hard to really love yourself without feeling the need of external confirmations, without giving too much importance to others’ opinions, without having always a shoulder to cry on or a hand to hold onto. Nowadays you can just look out the window, watch the TV or walk in a shopping center to find yourself inundated with “pre-packaged solutions” full of additives that “suicide” your soul.

We don’t need it!

If we meet on our journey, people who give us love and serenity, we must be happy and thankful for that… but we must also see it as a very nice meeting, as a fabulous time of sharing…and nothing more! We meet people but do not belong to each other, never. Nothing and no one can complete us, but only enrich us. Nobody can fill our sense of emptiness, because this would be like seeing the other as a physical object to get stuck into yourself, like a puzzle piece missing, and leave it there forever…impossible!!! Not even the real objects can complete us…how can they complete us anyway? They are OBJECTS!

In this path within yourself you must remember one thing:

In order to achieve your inner peace it’s not enough to find refuge on your own peaceful island. Knowing how to be alone with yourself is an unmistakable quality but it must not be confused with the only way of resolution. Who has really reached a state of balance with him/herself is the one who has managed to find a balance with him/herself, with the surrounding reality and, above all, with him/herself in this reality. Reality that includes a host of things, situations and people…many of which often create unease to us. Inconveniences that willingly are our best teachers of life, because they put us to the test and turn on in us the alarm and the desire of resolution.

Niente e nessuno puo’ completarci, ma solo arricchirci.

Non siamo esseri perfetti, ma siamo perfetti nella nostra completezza.

In che senso?

Nel senso che ognuno di noi ha disposizione gli strumenti necessari per il raggiungimento della propria completezza.

Allora perché ci sentiamo sempre e in qualche modo incompleti? Perché ci affanniamo così tanto nella ricerca di cose e persone che ci completino? Cos’è veramente che ci manca?

In realtà non ci manca nulla, ma il problema risiede proprio nel fatto che abbiamo sempre la sensazione che ci manchi qualcosa.

Ad esempio, se il nostro stomaco ci dà un minimo cenno di vuotezza, noi corriamo subito alla ricerca di cibo e ci strafoghiamo come se non ci fosse un domani. Non diamo neanche troppa importanza a quello che mangiamo, l’importante è che colmiamo il vuoto! Spesso non abbiamo neanche davvero fame, ma è semplicemente la nostra sensazione di incompletezza ad illuderci di aver fame e di poterci colmare con del cibo…..GNAM, GNAM, GNAM!

Quando invece ci sentiamo incompleti e soli, corriamo a fare shopping, ma non comprendiamo che è solo il nostro armadio a essere riempito mentre la nostra anima si svuota sempre di più….COMPRARE, COMPRARE! È bello ogni tanto farsi un regalo, ma spesso e volentieri è come se noi ci regalassimo a quel vestito o a quel cellulare…vendendo l’anima ai nostri oggetti e trasformando noi stessi in oggetti.

La stessa cosa spesso accade con il nostro cuore. Se esso ci dà la minima sensazione di sofferenza o di solitudine, eccoci che corriamo immediatamente alla ricerca di affetto, amore, amici, amanti….e qualora questi dovessero venire a mancare o non dovessero colmarci pienamente, ci tuffiamo in alcool, droghe…..SPLASH! Sarà davvero il nostro cuore a parlarci, a mentirci?

Se percepiamo una minima sensazione di profondo silenzio, ci precipitiamo nel chiamare un amico al telefono, nell’accendere la TV o nell’ascoltare della musica. Abbiamo sempre bisogno di comunicare o di ascoltare qualcuno o qualcosa che ci parli, che ci ascolti….BLA, BLA, BLA!

Abbiamo davvero bisogno di colmarci in questo modo o di affannarci così disperatamente nella ricerca di qualcosa o qualcuno che ci colmi pienamente e il prima possibile? E, soprattutto, ci sentiamo davvero appagati dopo? Sentiamo di aver risolto davvero questa mancanza? Forse ce ne illudiamo per i primi secondi, minuti o giorni…ma poi?

Poi ci ritroviamo nuovamente affannati e alla ricerca di qualcos’altro….e così all’infinito. Soffriamo, corriamo, cerchiamo, troviamo, gioiamo, perdiamo, piangiamo….ri-soffriamo, ri-corriamo, ri-troviamo….

Il problema sta nel fatto che finché continueremo a cercare all’esterno la soluzione a questa sensazione di mancanza, finiremo solo per trovare soluzioni effimere e illusorie.

Dov’è che invece bisogna guardare davvero?

Dentro noi stessi. Questa è l’unica risposta. Non è per nulla facile. Non è per niente facile perché fuori sembra sempre tutto così bello e luminoso, mentre dentro di noi è buio e le cose non appaiono chiaramente, quindi, spaventano. Non è facile sedersi con se stessi, di fronte a se stessi e “parlarsi”. E l’unico modo per parlarsi davvero è stare in silenzio. Ci sono risposte che solo il silenzio può dare e, come il buio, il silenzio spaventa. Sì, spaventa perché potrebbe essere interrotto improvvisamente da qualcosa d’inaspettato. Sì, spaventa perché ci lascia nudi davanti allo specchio della nostra anima. Essere nudi spaventa. Essere nudi, in silenzio, nel buio di noi stessi, spaventa. Non tutti hanno il coraggio di farlo e, molti di quelli che abbracciano la sfida, a metà del percorso fanno un passo indietro spaventati e si ritrovano punto e a capo. Non è facile, ma dopo ogni salita c’è sempre una discesa.

La società odierna ci ha cresciuti nella filosofia del BISOGNO. Ci ha cresciuti come esseri incompleti che hanno sempre BISOGNO di qualcosa o qualcuno per essere completi, felici e completamente felici. Tutto è ormai pubblicizzato e venduto per soddisfare i nostri bisogni…

“SI VENDONO EMOZIONI” era il titolo di un articolo di giornale che lessi una decina di anni fa…

Ogni cosa e ogni persona ha un ruolo particolare e speciale nella nostra vita, ma ogni cosa e ogni persona deve essere vista come mezzo di arricchimento e di espansione e non, erroneamente, come mezzo di completamento…come bisogno! Non c’è nulla all’infuori di noi stessi che può completarci, tuttavia c’è un’immensa varietà di esperienze e di persone che possono arricchirci.

E’ difficile accettarlo. E’ difficile “bastarsi”. E’ difficile volersi bene davvero senza sentire il bisogno di conferme esterne, senza dar troppo peso a giudizi altrui, senza avere sempre una spalla su cui piangere o una mano cui aggrapparsi. Oggigiorno basta affacciarsi alla finestra, premere un tasto della TV o camminare in un centro commerciale per ritrovarsi inondati da “soluzioni preconfezionate” e piene di additivi che “suicidano” la nostra anima.

Non ne abbiamo bisogno!

Qualora dovessimo incontrare sul nostro percorso di vita persone che ci conferiscono amore e serenità, dobbiamo sì gioirne…ma vedere il tutto come un bell’incontro, come una favolosa condivisione….e nulla di più! Ci s’incontra ma non ci si appartiene, mai. Niente e nessuno puo’ completarci, ma solo arricchirci. Nessuno puo’ colmare la nostra sensazione di mancanza, perché questo equivarrebbe a vedere l’altro come un oggetto fisico da incastrarci dentro, a mo di pezzo di puzzle mancante, e lasciarlo lì per sempre: impossibile!!! E neanche gli oggetti veri e propri possono completarci…come potrebbero mai completarci del resto? Sono OGGETTI!

In questo percorso all’interno di noi stessi dobbiamo però ricordare una cosa fondamentale:

Per raggiungere la serenità interiore non basta trovare rifugio nella propria isola di pace. Saper stare soli con se stessi è una qualità inconfondibile ma non va confusa con l’unica via di risoluzione. Chi ha davvero raggiunto un equilibrio con se stesso è colui che è riuscito a trovare un equilibrio con se stesso, con la realtà circostante e, soprattutto, con se stesso all’interno di questa realtà. Realtà che include una miriade di cose, situazioni e persone…molte delle quali spesso ci creano disagi. Disagi che però ben volentieri sono i nostri migliori maestri di vita, poiché ci mettono alla prova e ed accendono in noi l’allarme e il desiderio di risoluzione.

COM’È NATA L’AMICIZIA. MATCH D’AUTORE: VOTAZIONI SU FB ENTRO IL 24.

MATCH D’AUTORE 2014, MONTESILVANO SCRIVE.

Ebbene si, ho deciso di partecipare a questa competizione letteraria ancora una volta e anche da oltreoceano 😀 Vi invito a VOTARE la mia storia APRENDO IL LINK e mettendo un MI PIACE (Y) entro il 24 AGOSTO. Spero troviate la lettura interessante e invitiate anche i vostri amici a votarmi 🙂

https://www.facebook.com/notes/festival-letterario-montesilvano-scrive/match-dautore-2014-storia-n101-come-e-nata-lamicizia/713112015403771

COME E’ NATA L’AMICIZIA di Martina Paglione

L’amicizia nacque nel MilleOttocentoVentordici. Prima di allora un’aria di solitudine e monotonia aleggiava per le vie del borgo, attraversava le campagne e riecheggiava nei calici di birra ammucchiati sul bancone del bar. Le persone non comunicavano fra di loro ed evitavano di incrociare gli sguardi altrui lungo la strada. Nessuno sorrideva e ci si disperava per l’impossibilità di comunicare con l’amico della porta accanto. Tutto ciò finché non fu inventata la “CORNETTA”, che nacque quando Y ebbe l’idea di legare un microfono e un ricevitore ad un bastoncino in modo da poter avere una mano libera, per masturbarsi, e l’altra finalmente per comunicare. Fu così che tutti coloro che vagavano tristi per i prati o che tristi svuotavano calici di birra al bar del paese, iniziarono ad essere felici. Sì, non vi era nulla di più felice e gratificante che amoreggiare con una cornetta. Finalmente un dispositivo che ti permetteva di chiamare il tuo migliore amico per dirgli che gli volevi bene. Il funzionamento della cornetta era però vincolato alla presenza di microchip installati appositamente sulla lingua per permettere la trasmissione vocale. Senza di quelli non avremmo mai potuto comunicare. Ecco perché l’amicizia nacque solo quando furono annessi all’incompleta natura umana dispositivi ausiliari per un miglioramento delle condizioni di vita. Finalmente niente più tristezza, ma solo felicissimi e sorridenti amici attaccati alle proprie cornette di fiducia. Una felicità incontinente tant’è che ebbe il suo apice quando X annunciò alle nuove vittime dell’amicizia la News delle News: “Finalmente non avremo più bisogno dell’udito, della voce o delle nostre cornette”. Ebbene sì, nel Mille&unaNotte fu inventato il “MONITOR”. Fantasmagorico dispositivo con in allegato una stratosferica invenzione che consisteva in uno scorrevolissimo e vicendevole alternarsi di amichevoli scambi di amicizia, un botta e risposta che il Super TecnAmicologo inglese chiamò “CHAT”. Anche questo nuovo dispositivo era però incompleto, in quanto all’uomo mancava ancora la Cosa delle Cose: la VISTA! Cosa può essere un’amicizia senza la vista? Essa nacque nella seconda metà del MillePiedi quando il tecnologo Smile elaborò microscopici dispositivi elettromagnetici da applicare sul nervo ottico che avrebbero permesso il riscontro visivo delle immagini trasmesse dai monitor. La felicità dilagante per aver acquisito questo senso vitale portò a un sentimento di amicizia dirompente e ad un amore spassionato verso il proprio monitor di fiducia. Mancava solo un piccolissimo dettaglio al coronamento dell’amicizia perfetta. I primi monitor  riproducevano solo immagini in bianco e nero. Fiumi di amicizia bicolore dovettero scorrere sotto i ponti prima che K inventò arcobaleni tecnologici in grado di filtrare colori televisivi, i quali resero finalmente l’amicizia completa e le persone in grado di riconoscere il colore degli occhi di un amico.

Non mi resta che augurarvi una buon’amicizia a tutti.

Facebook

FACEBOOK SERIOUSLY AFFECTS YOUR HEALTH

Premise: The content of this article, like all the others, is RELATIVE. I would urge all of you to not feel pulled in due for any reason in particular. But it’s welcome, as always, who wants to discuss different points of view, arguments and other considerations regarding the article. Have a good reading (:

I felt that this moment would come and I’m sure that many others before me, have dealt with the same subject, and perhaps even in the same terms…but I feel I must give voice to my thoughts about it.

It’s finally my moment to talk about FACEBOOK.

I think all of us know quite well how this social network works and I won’t certainly be here to rehash on its modes of operation. I will however point out, in particular, the effects that these modes create. Effects found by me on myself but that, in my opinion, often involve many of the users of Facebook. The points to be addressed are many and I honestly don’t know where to start (I won’t even treat all of them), but I think it’s right to start from the feeling that led me to write this article:

SADNESS.

I have been realizing for years, but few days ago more than ever, how Facebook has got the power to produce negative effects on me, on my psyche and on my personality. Among the other things, however, the one that made ​​me saddest was my pathetic counting the number of “Likes” that I could collect for each status, photo, link…or whatever! And, above all, from time to time, I was paying attention to WHO had clicked that damn button (Y)! COUNTING THE “LIKES” ????? Then I said to myself: how have you reduced yourself, Martina? Realizing that a “Like” could have so much value to me, it made me sooooo SAD!

And not only that.

I often found myself devoting so much time flipping through photo albums of COMPLETE STRANGERS or people of whom I DIDN”T CARE AT ALL, analyzing the virtual life of people with whom I wouldn’t even have said “hello”, or people to whom I would have said “hello” (a real one) but of whose lives (especially the virtual ones) didn’t interested me at all. And all this for what? Maybe just to see how those people, on Facebook, were dressed, if they were happy or sad, or to see how much they were ridiculous… Until I realized that I was the most RIDICULOUS one, doing what I was doing!!!

I was losing then, inexplicably, the conception of time and hours passed by simply counting “Likes”, flipping randomly through photos of random people, with no particular motivations, or commenting on links and status for which I haven’t really had interest and then, maybe, finding myself bogged in virtual and futile conversations, debates and quarrels to which, in real life, I would have NEVER taken part or, in real life, I would have tackled in a COMPLETELY DIFFERENT way. And here I take this opportunity to emphasize my bad relationship with debates on FB: during debates face to face, the person in front of you cannot escape, drink a coffee or go to the toilet before to answer you, he/she cannot search for clever answers on Google to reply to you, he/she cannot wait for you to lose your patience before giving you an answer, nor he/she can avoid to do that (even if he/she did, you would read, however, a response through his/her attitude). I love watching my interlocutor’s reactions and paying attention to his/her looks, uncertainties, firmness, rhetorical skills, his/her insight, stability, instability, coldness, warmth, wisdom, his/her superficiality, restlessness, calm…and so on! I love don’t miss anything of my interlocutor! Instead, I found myself there on Facebook commenting random links and status and often waiting entire days for an answer, whose waiting was ruining me inside…and in the while, I was thinking of the thousands likely reactions, of my virtual interlocutor, to my opinions.

And not only that.

In the case of public debates, i.e. through public comments, it was strong even the thought about what people (ANYONE) could think about my comments (how many “Likes” will earn my snappy sentence??? Will I look pretty smart to the eyes of intelligent people???)…people who had nothing to do with the conversation, but that could take part of it in ANY WAY & ANYTIME, with or against me. That meant only one thing: ANXIETY! This has engendered in me just a lot of fucking anxiety, apprehension, worry, restless curiosity, impatience and so on…with attached OBSESSIVE CONTROL, minute by minute, of any updates!!

Another fundamental point, which made my FB (& real) life infinitely sad, was the fact of “suffering” because of the publication of happy posts by strangers or people that I didn’t really like. A sort of envy mixed with latent selfishness & with annexes thoughts of ill omen. Why is that ????? I was doing that even if…I was happily (or perhaps only apparently?) satisfied with myself and my life. Unfortunately this is one of the most evil psychology of Facebook: whether you like it or not, the protagonist of a happy photo or a positive status of which you are witness, will always seem happier than you, in that moment, when you looked at it. Maybe that person is the saddest person in the world (and maybe you know it), maybe that picture is at the only party to which that person has been in the last 6 months (and maybe you know it), or maybe the same person has staged that fake smile with 42 teeth to deceive the people of Facebook, and maybe even his/herself, of his/her happiness (and maybe you know even this)…but it doesn’t matter because, in a corner of your subconscious, you’ll always think: “Look how he/she’s having fun, lucky him/her!” or related & similar thoughts…BECAUSE, IF IN THAT PARTICULAR MOMENT, YOU’RE THERE CHECKING WHAT PEOPLE DO ON FACEBOOK, IT MEANS THAT “YOU’RE NOT REALLY HAVING FUN”! If you were truly happy with yourself, doing things you love to do, alone or with people you really love, YOU WOULD IGNORE FACEBOOK! When your real life is full of joy and of joyful people, the thought of seeing on FB what people do, it doesn’t even tickle you.

Your incomplete life leads you to seek refuge in Facebook…but Facebook, in turn, makes your life incomplete..because it keeps you bound to a virtuality that won’t ever allow you to reach your completeness!

It’s like a fucking dog that he is trying to bite its tail! It was indeed tested that Facebook makes people SAD because the emotions of its users are often influenced by what they read…and the most positive post makes readers negatives.

My feeling of sadness was even deeper because of my uncontrollable need to share my goals & personal (dis)satisfactions with FB world: PEOPLE, I DID IT! PEOPLE, I UNDERSTOOD ALL ABOUT LIFE! PEOPLE, I’M DIFFERENT AND I’M PROUD OF IT! PEOPLE, I’VE GOT A JOB! PEOPLE, I’LL NEVER GET MARRIED or PEOPLE I’M SAD & MISUNDERSTOOD! PEOPLE, I SUFFER AND I’M SICK OF EVERYTHING AND EVERYONE! PEOPLE, MY COUNTRY SUCKS!
PEOPLE, I’M NOT SATISFIED ABOUT MY LIFE AND I WRITE SAD STATUS LOOKING FOR AN HELP FROM ALL OF YOU, EVEN IF I DON’T KNOW YOU, EVEN IF I DON’T CARE ABOUT YOU AND YOU, EVEN LESS, ABOUT ME! And so on.. I couldn’t keep my happiness to me, or at least, to share it, in a friendly and private way, just with the dearest people..I COULD NOT! I absolutely wanted to see HOW MANY “LIKES” MY HAPPINESS COULD COLLECT!

I had, as I usually do, many programs in mind for my days: reading books, writing or translating articles, doing researches, playing, drawing, running…but 70% of my projects almost always failed for LOOKING AT FACEBOOK FOR HOURS WITHOUT ANY REASON! Moreover, in addition to my mental health, I was damaging also my physical posture, my sight etc..

The thought of deleting my FB account has appeared several times in my head, and I’ve also tried to do it in the past…but with very little results. Because, whether I want it or not, this social network is useful to me for various reasons (blog, friends abroad, news, job, etc.). I’ve had for long time the idea of creating a profile where I say a little or nothing about myself (that’s what the real life is for!) and, instead, to use for practical, useful and immediate purposes (that’s what the virtual life is for!)…that’s why I created a profile to be used only and exclusively for my blog, a profile that, however, always keeps alive the possibility to keep in touch with close friends, relatives and so on.

And here I take this opportunity to talk about another FB aspect that I would like to share with you, and that is the COLLECTION OF FRIENDS, like figurines of an album of players (thankfully with no duplications). I just say…if in the real life we don’t speak or we speak reluctantly, why should you be in my virtual life?? I state that I don’t deny anyone the opportunity to know me virtually (although even this new approach of meeting makes me very sad), but if after several attempts, it doesn’t arise any kind of connection between you and me, why should you be offended to not belong anymore to my list of virtual friends?

I take this opportunity also to unveil the second reason that led me write this article.

It was also written for all those who, in one way or another, felt or will feel offended by me to have removed them from Facebook. And to all of them I say: “The fact that I have deleted you from Facebook doesn’t assume that I hate you or that I don’t esteem you or that I want to tease you! I just don’t find necessary my VIRTUAL relationship with you, but it doesn’t mean that any real relationship is excluded (as well as, I repeat, it doesn’t mean that you cannot contact me anyway). The fact that you are not among my FB friends doesn’t presuppose that I wouldn’t say hello to you if I met you on the street or that I wouldn’t willingly exchange a few words with you if I met you in the pub while I drink a beer. On the contrary!!! (If I was you, I would be offended if someone added you on FB and then he/she wouldn’t say even hello to you when you meet her/him on the street – which happens in 70% of cases, because VIRTUALITY IS EASY). Damn, don’t you think that we can be friends in real life without being friends on Facebook ?? (Damn…. people have survived without FB before!!). Also, if you, like me, do not find a real interest to relate with me, for which reason you should feel offended?!?!?! On the contrary, you should thank me for having had the sincere courage to have cut a sterile relationship like ours! If you feel offended by the fact that I have deleted you from my FB friends, despite your estimate/interest/level of friendship towards me is equal to 0.3 %, then I assume it’s just because this hurts your frivolous pride, or because you worry about the fact that what happened will make less populated your home/wall..or, perhaps, because you risk to lose a position among WHO HAS GOT MORE FRIENDS.. Mmm no, maybe it’s simply because you cannot longer know my “private” life/business or, even worse, because you cannot show me how much you are HAPPY & SATISFIED ABOUT YOUR LIFE! In that case, I’m sorry to tell you that I DON’T GIVE A DAMN! ”

Honestly, I respect me too much to see myself as a victim of these stupid psychological games that the little evil man behind FB plans, second by second, to make all of us miserable and drugged virtual automatons, like puppets in the hands of a sad “virtual reality”. Don’t tell me that you have never felt, at least once, to be victims of all of this crap, or that you don’t think that all of this (you feel part of it or not) is terribly SAD!?!?!

FACEBOOK SERIOUSLY AFFECTS YOUR HEALTH!

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Don’t get addicted!

FACEBOOK NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

Premessa: il contenuto di questo articolo, come del resto di tutti gli altri, è RELATIVO. Invito quindi tutti voi a non sentirvi tirati in causa in alcun modo e per alcuna ragione in particolare. Sono però, come sempre, ben accetti diversi punti di vista, argomentazioni e ulteriori considerazioni a riguardo. Buona lettura (:

Sentivo che questo momento sarebbe arrivato e sono certa del fatto che molti altri, prima di me, abbiano affrontato lo stesso argomento, e forse anche negli stessi termini…ma sento di dover dare voce ai miei pensieri a riguardo.

È finalmente arrivato anche il mio momento di parlare di FACEBOOK.

Credo che tutti noi, ormai, sappiamo abbastanza bene come questo Social Network funzioni e non starò di certo qui a rivangare sulle sue modalità di funzionamento. Farò però luce, in particolar modo, sugli effetti che queste modalità creano. Effetti riscontrati da parte della sottoscritta sulla sottoscritta ma che, a mio parere, coinvolgono spesso e volentieri molti degli utenti di Facebook. I punti da trattare sono tanti e sinceramente non so da quale cominciare (non li tratterò neanche tutti), ma credo sia giusto partire dal sentimento che mi ha condotto a scrivere questo articolo:

TRISTEZZA.

Già da tempo, ma pochi giorni fa più che mai, ho realizzato di quanto Facebook abbia il potere di produrre effetti negativi su di me, sulla mia psiche e sulla mia personalità. Fra le varie cose però, quella che mi ha reso più triste di tutte, è stato il mio patetico ridurmi a contare il numero di Mi Piace che riuscivo a collezionare per ogni stato, foto, link…o quant’altro! E, soprattutto, il prestare di volta in volta attenzione a CHI avesse cliccato quel maledettissimo tasto! CONTARE I MI PIACE????? Al che mi son detta: a cosa ti sei ridotta Martina? Realizzare che un Mi Piace potesse aver così tanto valore per me, mi ha reso tremendamente TRISTE!

E non solo.

Spesso mi ritrovavo a dedicare gran parte del mio tempo a sfogliare album fotografici di PERSONE TOTALMENTE SCONOSCIUTE o di persone di cui non mi importava NULLA, analizzando la vita virtuale di gente con cui non avrei scambiato neanche un ciao, o persone con cui avrei scambiato anche volentieri un ciao (reale) ma delle cui vite (soprattutto virtuali) poco e niente mi interessava.. e tutto questo perché? Magari solo per vedere come erano vestite, se fossero felici o tristi, o quanto fossero ridicole… Finché non mi sono resa conto che io ero quella più RIDICOLA di tutti, a fare quel che facevo!!!

Perdevo quindi inspiegabilmente la concezione del tempo e le ore passavano semplicemente contando Mi Piace, sfogliando foto random di gente random, senza alcuna particolare motivazione, o commentando stati e link per i quali non avevo realmente interesse e per poi, magari, ritrovarmi impelagata in futili conversazioni, dibattiti e litigi virtuali ai quali, nella vita reale, non avrei MAI preso parte o che, nella vita reale, avrei affrontato in maniera COMPLETAMENTE DIVERSA. E qui ne approfitto per sottolineare il mio ostico rapporto con i dibattiti Feisbukkiani: nei dibatti a quattrocchi la persona che hai di fronte non può sfuggirti, non può bersi un caffè o andare a fare la cacca prima di risponderti, non può cercare su Google cose intelligenti da controbatterti, non può aspettare che tu perda la pazienza prima di darti la sua risposta, né può evitare di farlo (se anche lo facesse, leggeresti comunque una risposta nel suo atteggiamento). Amo assistere alle reazioni del mio interlocutore e prestare attenzione ai suoi sguardi, alle sue incertezze, alla sua fermezza, alla sua abilità retorica, alla sua perspicacia, alla sua stabilità, alla sua instabilità, alla sua freddezza, al suo calore, alla sua saggezza, alla sua superficialità, alla sua agitazione, alla sua tranquillità…e così via! Amo non farmi sfuggir nulla del mio interlocutore! E invece mi ritrovavo lì su Facebook a commentare stati e link casuali e spesso aspettando giornate intere per una risposta, la cui attesa mi logorava dentro…e nel mentre pensavo alle millemila probabili reazioni, del mio interlocutore virtuale, alle mie opinioni.

E non solo.

Nel caso di dibattiti pubblici, cioè attraverso commenti pubblici, forte era anche il pensiero di cosa avrebbe potuto pensare la gente (CHIUNQUE) riguardo quel mio commento (quanti mi piace guadagnerò per la mia frase d’effetto??? sembrerò abbastanza intelligente agli occhi degli intelligenti???)…gente che non c’entrava nulla con la conversazione, ma che avrebbe potuto farne parte in QUALSIASI MOMENTO & in QUALSIASI MODO, a favore o contro di me. Questo voleva dire una cosa sola: ANSIA! Questo generava in me solo tantissima fottutissima ansia, apprensione, preoccupazione, agitata curiosità, impazienza e quant’altro…con annesso CONTROLLO OSSESSIVO, minuto per minuto, degli eventuali aggiornamenti!!

Un altro punto fondamentale, che rendeva la mia vita Feisbukkiana infinitamente triste, era il fatto di “soffrire” per via della pubblicazione di post felici da parte di persone di cui avessi poca stima o conoscenza. Una sorta di invidia mista ad egoismo latente, con annessi pensieri di malaugurio. PERCHÈ?????? Eppure ero felicemente (o forse solo apparentemente?) soddisfatta di me stessa e della mia vita. Purtroppo questa è una delle psicologie di Facebook più malvagie: che tu lo voglia o no, il protagonista di una foto felice o di uno stato positivo del quale sei testimone, sembrerà sempre più felice di te in quell’esatto istante in cui Facebook te ne rende partecipe! Magari quella persona è la più triste del mondo (e magari tu lo sai), magari quella foto è dell’unica festa a cui quella persona è stata negli ultimi 6 mesi (e magari tu lo sai) oppure, quella stessa persona, ha messo in scena quel finto sorriso a 42 denti per illudere il popolo di Facebook, e magari anche se stessa, della sua felicità (e magari tu sai anche questo)…ma non importa poiché, in un angolino del tuo subconscio, penserai sempre: “Guarda quello come si diverte, beato lui!” o connessi & simili pensieri di vario genere… PERCHÈ, SE IN QUELLO SPECIFICO ISTANTE, TU SEI LÌ A CONTROLLARE QUELLO CHE FA LA GENTE SU FACEBOOK, VUOL DIRE CHE NON TI STAI “DIVERTENDO” DAVVERO! Se sei realmente felice e sereno con te stesso, nel fare le cose che ami fare, da solo o con le persone a cui vuoi bene davvero, FACEBOOK LO IGNORI! Quando la tua vita reale è piena di gioia e di persone gioiose, non ti solletica neanche il pensiero di vedere su FB cosa Tizio ha fatto il giorno prima, se ha baciato Caio o se è ancora felicemente fidanzato con Sempronio (dai che magari si sono lasciati, che bello!).

La tua vita incompleta ti porta a cercare rifugio in Facebook…ma Facebook, a sua volta, rende la tua vita incompleta..perché ti tiene vincolato ad una virtualità che non ti permetterà mai di raggiungere la tua completezza!

È come un fottutissimo cane che si morde la coda! E’ stato del resto testato che Facebook rende le persone TRISTI perché le emozioni dei suoi utenti sono spesso influenzate da quello che essi leggono… e la maggior parte dei post positivi rende i lettori negativi.

Il mio sentimento di tristezza era per altro alimentato dalla mia irrefrenabile necessità di condividere ogni mio traguardo o (in)soddisfazione personale con il mondo Feisbukkiano: GENTE, CE L’HO FATTA! GENTE, HO CAPITO TUTTO DELLA VITA! GENTE, SONO DIVERSA E ME NE VANTO! GENTE, HO TROVATO LAVORO! GENTE, NON MI SPOSERÒ MAI oppure GENTE, SONO TRISTE E INCOMPRESA! GENTE, SOFFRO E SONO STUFA DI TUTTO E DI TUTTI! GENTE, IL PAESE IN CUI VIVO MI FA SCHIFO!
GENTE, SONO INSODDISFATTA DELLA MIA VITA E SCRIVO STATI TRISTI E VITTIMISTICI PER CERCARE AIUTO IN TUTTI VOI ANCHE SE NON VI CONOSCO, ANCHE SE NON MI IMPORTI NULLA DI VOI E, A VOI, ANCOR MENO DI ME!
E così via…
Non riuscivo a conservare per me la mia felicità o per lo meno, a condividerla in maniera amichevole e privata, solo con le persone a me più care.. NON CI RIUSCIVO! Volevo assolutamente vedere QUANTI MI PIACE COLLEZIONASSE LA MIA FELICITÀ!

Avevo, come mio solito, molti programmi in mente per le mie giornate: leggere libri, scrivere o tradurre articoli, fare ricerche, suonare, disegnare, correre….ma il 70% dei miei progetti andava quasi sempre a puttane per GUARDARE FACEBOOK PER ORE SENZA ALCUN MOTIVO! Inoltre, in aggiunta alla mia salute mentale, danneggiavo anche quella fisica: postura, vista ecc.

Il pensiero di eliminare il mio account è apparso svariate volte nella mia testolina e ci ho anche provato in passato..ma con scarsissimi risultati. Perché, che io lo voglia o no, questo Social Network mi è utile per svariate motivazioni (blog, amici all’estero, news, offerte di lavoro ecc). Avevo da tempo in mente l’idea di creare un profilo dove parlassi poco e niente di me (per quello c’è la vita reale!) e da usare invece per scopi pratici, utili e immediati (per questo c’è la vita virtuale!) …ecco perché ho creato un profilo da usare solo ed esclusivamente per il mio Blog, un profilo che però mantiene sempre viva la possibilità di tenersi in contatto con amici stretti, parenti ecc.

E qui ne approfitto per trattare un altro aspetto Feisbukkiano che mi preme condividere con voi, e cioè quello della COLLEZIONE DI AMICI, tipo figurine di un album di calciatori (per fortuna senza doppioni). Dico io…ma se nella vita reale non ci parliamo o parliamo controvoglia, per quale motivo dovrei aver interesse nell’averti nella mia vita virtuale?? Premetto che non nego a nessuno l’occasione di conoscermi virtualmente (sebbene anche questo nuovo approccio di conoscenza mi renda alquanto triste) ma, se dopo svariati tentativi, non nasce alcun tipo di connessione fra me e te, perché mai dovrebbe offenderti il tuo non appartenere più alla mia lista di amici virtuali?

Colgo qui l’occasione per svelare la seconda ragione che mi ha portato a scrivere questo articolo.

Esso nasce anche per tutti coloro che, in un modo o nell’altro, si sono o si sentiranno offesi dalla sottoscritta per averli eliminati da Facebook. E a tutti loro rispondo: “Il fatto che vi abbia eliminati da Facebook non presuppone che io vi odii o che non vi stimi o che voglia farvi un dispetto! Semplicemente non trovo necessario il mio rapporto VIRTUALE con voi, ma questo non esclude affatto un eventuale rapporto reale (così come, ripeto, non esclude che voi possiate comunque contattarmi!). Il fatto che non vi abbia fra i miei amici di Facebook non presuppone che non vi saluti qualora vi incontrassi per strada o che non scambi volentieri due parole con voi se vi beccassi al Pub mentre mi bevo una birra. ANZI!!! (Al posto vostro mi offenderei se vi aggiungessi su FB e poi non vi salutassi quando vi incontro per strada – cosa che succede nel 70% dei casi, perché LA VIRTUALITÀ  È FACILE!). Eccheccavolo, ma non pensiate che si possa essere amici nella realtà senza esserlo su Facebook?? (eccheccavolo…a quanto pare prima si sopravviveva anche senza!!!). Inoltre, se anche voi, come me, non trovate un reale interesse nel relazionarvi con la sottoscritta, per quale inesistente motivo dovreste sentirvi offesi? Anzi, dovreste ringraziarmi per aver avuto il sincero coraggio di tagliare un rapporto sterile come il nostro! Se vi offende il fatto che io vi abbia eliminati dagli amici di Facebook, nonostante la vostra stima/interesse/livello di amicizia nei miei confronti sia pari a 0,5 decimi, allora deduco sia solo perché questo ferisce il vostro frivolo orgoglio, o perché vi preoccupi il fatto di rendere meno popolata la vostra home/bacheca..o forse perché rischio di farvi perdere una posizione nella CLASSIFICA “CHI HA PIÚ AMICI VINCE” .. Ma che dico, magari è semplicemente perché non potrete più farvi i fatti miei o, peggio ancora, non potrete più mostrarmi quanto siate FINTAMENTE FELICI & SODDISFATTI DELLA VOSTRA VITA! In tal caso mi dispiace dirvi che NON ME NE IMPORTA UN FICO SECCO!”

Onestamente, ho troppa stima di me stessa per vedermi vittima di questi stupidi giochetti psicologici che l’omino di Facebook pianifica, secondo dopo secondo, per renderci tutti drogati virtuali e infelici automi, come marionette nelle mani di una triste realtà virtuale”. Non venitemi a dire che non vi è successo, almeno una volta, di sentirvi vittime di tutto ciò, o che tutto questo (che ve ne sentiate parte o no) non sia terribilmente TRISTE..

FACEBOOK NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE DI TE E DI CHI TI STA INTORNO!  

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Disintossichiamoci.

What is BALANCE?

What is balance?
Is it a stable and static condition or a permanently unstable condition? Maybe a precariously stable one?
What is stability?
Is it a static equilibrium or a dynamically stable equilibrium?
Can stability be dynamic?
Yes, it could not be otherwise.
Staticity does not exist.

Even a statue corrodes over time. Nothing escapes to the dynamics. Not even the balance. Panta rhei. Also, balance is not synonymous with immobility. In my opinion, balance is a serene and peaceful condition. I would see it as a synonym for awareness. It does not matter if we change or if we fail nor if we are sad or if we feel vulnerable…what is important it is to be aware of what happens to us and around us. Our life can be dynamically unstable, as regards events or states of mind, but consciously stable at the same time. Increased awareness brings greater balance, therefore a lesser chaos. And chaos comes from unawareness. Every emotion, every event, every tear, every smile, every mistake, every satisfaction, every action can become a master of life. Thanks to our awereness we become our own master. Are you sad? Ask yourself why. Are you happy? Ask yourself why. Are you dissatisfied? Ask yourself why. Are you negative? Ask yourself why. Don’t you know why? Ask yourself why. Give a reason to everything that happens to you. Do not waste your tears. Drink them, analyze them, praise them. Look into yourself, speak with yourself. Do not complain about your sadness and do not take your happiness for granted. Each inner dialogue is synonymous with growth, awareness and balance.

We often believe that we have lost our balance but it is simply because we have stopped asking to ourselves “why”. When we lose the sight of ourselves and we begin to move by inertia, routinely, and we begin to take certain things for granted.. it is that the exact time when we fall down onto the ground. Do not take your own balance for granted and do not believe that it is completely achieved. Balance has to be lived day by day but it disappears as soon as we think we do not need to make any more effort to get it. Balance disappears when we stop to look inside ourselves. The presumption of having reached it leads to his own annihilation. Of course you can be aware of your balance but just keep wondering why. Do we feel in balance? Let’s ask ourselves why. Are we aware of that? Let’s ask ourselves why. Do we feel to have lost our balance? Let’s ask ourselves why. Let’s talk with ourselves. Let’s talk. Let’s ask why, to ourselves and to others. When you understand why certain things happen, why certain things happen to us, we give to each event the value that it deserves. By doing so we stop wasting energy in events that do not deserve it at all and we start to appreciate what really deserves our attention and all our “whys”. Ask yourself why, throughout .. Some “whys” will start to come by themselves and others, however, will stop automatically to show up. By asking questions and speaking to yourself, you will understand yourself and, by understanding yourself, you will reach your balance. But it will be the balance of that specific time of your life. Life is an eternal changing, so even the way in which your balance is manifested can change.

What’s a problem and where does it come from?

What’s a problem and where does it come from?

In order to find an answer to this question, I would start from a very common sentence: “Life is difficult.”

Assuming this statement to be true. I don’t see anything negative in the difficulties, as I don’t see anything negative into a problem. For the theory of opposites according to which nothing has reason to exist without its opposite, solutions wouldn’t exist without problems or simplicity wouldn’t exist without difficulty. In order to appreciate the difficulties in front of which life submit us, together with all the problems that overcrowd it, the first thing we need to understand it’s the true magnitude of any problem and the real cause from which they originate. True understanding of a problem leads to its own resolution, attached with a nice package of teachings that are fundamental to our growth.I emphasize the word “real” beacuse, to the eyes of many, the problem’s entity, as well as its origin, is characterized by a false understanding, i.e. often projected on something or someone outside of ourselves. Not only that, even the solution is identified outside (drugs, medicines, psychologists, etc.). Moreover, it seems almost logical that “external problem = external solution.” Ephemeral solution that takes care of only the symptoms of a problem whose cause is elsewhere. It’s mainly on this aspect that I would like to invite you to think about: every problem has its origin in ourselves and only in ourselves we can find the solution. You could let me note that many problems, together with their related difficulties that life holds for us, often rain down on us without our consent…such as for example a serious illness or a natural disaster (although even in this case I think we should consider ourselves somewhat responsible). But the problem is not what happens, it’s our fault or not, but how we react to what happens to us. We are the drivers of the wagon with which we walk our lives and even though we cannot foresee all the difficulties that life holds for us, we can always find the best way to address them. If we don’t succeed, then the problem arises. It arises from ourselves, and in ourselves we must look for its solution:

why did I create this problem?

This is the question we should always ask ourselves. And the answer has to be found not outside but within us, shedding light on the darkest side of our soul and our spirituality… because many problems lie dormant in the depths of our unconscious and often we live our lives totally ignoring their existence. I have never said say that this introspection is easy. If it had been easy we wouldn’t have ever even created any problem. After all, “Life is difficult.” But when we realize that what we really seek is hidden within us, everything becomes simple and beautiful. Yes, beautiful. How bad could ever be something that can only make us feeling better? Digging deep into ourselves, to reach the place where resides the source of our problems, can only make us feeling better…because it’s in the place where you’ll find the cause that you’ll magically find the solution also.

The real problem is not understanding the problem.

Together with those people who look for solutions outside, there is another variety of people, and that sees the solution to every problem in the removal of the problem itself. Obviously even this it’s an ephemeral and illusory solution. In which sense? This category of people recognizes the problem and in part it also understands it, but it’s not strong enough to deal with it and, therefore, it avoids it. A few examples: there are those who avoid people who hurt them or avoid foods that make them fat, so they don’t get sad or fat…but when they are, not by their own choice, in front of those people that make them sad or foods that make them fat, they inevitably suffer and eat everything without any control. Why is it like that? Because they have simply dismissed the problem, without solving it.

So, look for the source of any problem within yourself, and when you find it don’t get scared but face it! When you decide to face your difficulties, you will begin to appreciate every problem because you will begin to be aware of the fact that all the “problems” that you unknowingly create, have a particular role…the role to let you make many small steps forward in your journey of personal growth.

And it is an infinite path 🙂

 

 

Saggio è colui che sa di non sapere.

“Saggio è colui che sa di non sapere”, cita il nostro caro amico Socrate. Come dargli torto del resto? Saggio infatti è colui il quale, sebbene abbia ampliato enormemente la sua conoscenza, è umilmente consapevole del fatto che ci sono tante cose che egli non sa ancora e che forse mai saprà, in quanto non si finisce mai di imparare davanti alla vita che ci mette alla prova tutti i giorni e che ogni giorno ci riserva un insegnamento diverso, nuovo. Nessuno raggiungerà mai la Verità Suprema (sempre che essa esista).  “‘Il vero sapiente sa di non sapere. La verità non è insegnabile in quanto è un sapere dell’anima quindi va partorita autonomamente e rimessa in discussione. D’aiuto sono l’ironia, l’uso critico della ragione e il DIALOGO. Infatti è possibile la ricerca comune di una verità sempre provvisoria all’alterarsi dei presupposti. L’unica verità definitiva è un valore morale: il rispetto dell’interlocutore. Se non puoi amare il tuo prossimo, almeno rispettalo”.  

E qui ne approfitto per citare me stessa dal mio articolo Monologo: “Non dire agli altri cosa è giusto per loro. Condividi la tua conoscenza. Dona il tuo amore. E aiuta gli altri a trovare la loro strada. La strada che permette ad ognuno di noi di capire chi siamo e cosa vogliamo. Cosa vogliamo essere. Essere. Esistere e condividerci. Non tenere il tuo sapere per te. Condividilo. Ma non elevarti mai al di sopra di qualcun altro. Mettiti in contatto con gli altri, apri loro la porta che permette di accedere al tuo sapere e falli entrare ed uscire quando vogliono. Starà a loro coglierne il valore quando saranno pronti a farlo, non sta a te deciderlo o pretenderlo. Tu non puoi sapere quand’è il momento giusto per qualcun’altro. Non giudicarli. Aiutali. E aiutati. Accogli il sapere che ti viene donato. Non vederlo come un’imposizione.” 

Siamo tutti diversi e diversamente perseguiamo i nostri ideali di saggezza e di verità. Difatti la dottrina socratica del dialogos vuol mostrare la RELATIVITÀ del sapere, ossia l’idea del sapere mai definitivo: ecco perché Socrate è il più sapiente degli uomini, poiché egli sa che l’uomo è “ignorante”, mentre i più, i saccenti, credono di sapere (ma non sanno). Alcuni di noi però sono più perspicaci e più sensibili di altri alla realtà circostante e per questo maturano una coscienza “illuminata”, la quale mostra loro in modo chiaro molti di quegli aspetti che sfuggono ai più. Molti di loro però, nel momento in cui vengono “illuminati” dalla “Verità”, perdono, paradossalmente, il lume della ragione. Credono di aver finalmente messo piede nella Giusta Strada, quella che, a parer loro, TUTTI dovrebbero perseguire. Sì perché, ai loro occhi, qualsiasi altra strada, diversa da quella sulla quale loro camminano, è una mera illusione. Dico io…non è poi vero che ognuno di noi ha bisogno delle proprie illusioni per vivere? La vita stessa è la più grande delle illusioni. Ognuno deve avere il diritto di illudersi, di sognare, di sbagliare, di cadere, di rimproverarsi, di capire.. E invece molti di questi “illuminati” cosa fanno? Non condividono la loro “scoperta”, ma la impongono. Credono di condividerla, ma è proprio questa l’illusione, poiché a loro non importa se tu sei un’altra persona, con un’altra vita e con un’altra storia. Loro sono coloro i quali, avendo ormai raggiunto il Sapere, ti guardano dall’alto della loro sapienza e ti puntano il dito contro: “Voi, ignavi nell’incolore mischia umana, svegliatevi, noi possiamo guarirvi”, questo è quello che le loro parole e i loro atteggiamenti sottoscrivono. E non capiscono che, anche ammettendo che quello che cercano di insegnare sia giusto e benefico, non tutti sono pronti ad abbracciare certi tipi di conoscenza. Non tutti ne hanno voglia e non tutti sono in grado di comprenderne l’importanza e la magia. Questo non vuol dire che non lo saranno mai. E neanche che lo saranno di certo prima o poi. Ma non sta a nessuno deciderlo se non all’interessato stesso.

Caratteristica del saggio è la modestia, in quanto egli non impone la sua verità, ma aiuta l’altro a trovare la PROPRIA VIA verso la PROPRIA VERITÀ, attraverso la cosiddetta maieutica socratica. “Essa consiste nel portare GRADUALMENTE alla luce l’infondatezza delle convinzioni che siamo abituati a considerare come scontate e che invece ad un attento esame rivelano la loro natura di opinioni. Tale metodo è detto “maieutico” (ostetrico) perché conduce per mano l’interlocutore con brevi domande e risposte per indurre l’interlocutore ad accorgersi della propria ignoranza e a riconoscere il criterio della verità rispetto alla falsità delle sue presunzioni”. Ho sottolineato la parola “gradualmente” proprio per evidenziare il fatto che nel condividere la propria saggezza con qualcun’altro bisogna agire in maniera graduale e rispettando le condizioni fisiche, mentali e spirituali in cui il proprio interlocutore si trova. Interlocutore che deve accorgersi da solo della propria ignoranza. Non gli si può spiattellare in faccia la Verità del Mondo e pretendere che subito ne apprezzi la portata, ne capisca i meccanismi e che, soprattutto, la metta subito in pratica. Non è mica semplice trovare la propria strada e perseguire i propri ideali di saggezza! Per questo ognuno di noi ha bisogno di essere aiutato in questo percorso e ognuno di noi dovrebbe a sua volta aiutare chiunque si incontri sul proprio cammino.

La saggezza, nel momento stesso in cui si autodetermina, muore. 

La vera saggezza inoltre segue un’etica della libertà. Libertà di comprensione. Libertà di condivisione. Libertà di sperimentazione. Libertà di accettazione. Libertà di rifiuto. Libertà! Libertà! Libertà! E il voler essere liberi di non accettare o accogliere una “verità” imposta non è sinonimo di stupidità o ignoranza. È una scelta che spetta di diritto. Saggio è colui che sa di non sapere ed ognuno è libero di non sapere o di scegliere quando sapere. Perché l’adesso per qualcuno può essere il poi per qualcun altro o il mai per qualcun altro ancora.

Una bella fetta degli “illuminati” odierni sono, per di più, ferrei critici della materialità. Avendo essi raggiunto l’estasi spirituale e avendo riscoperto l’Io Supremo, quello che ti conduce alla Comprensione Ultraterrena, criticano ogni vizio ed ogni piacere materiale e carnale, considerandoli distrazioni devianti dal perseguimento della vera Verità. Ma ci terrei a ricordare a questi “illuminati”che l’uomo è fatto di CORPO, MENTE E SPIRITO, e concentrarsi esclusivamente su uno di questi tre aspetti o trascurarne anche solo uno di essi, è sbagliato in quanto incompleto! Noi siamo tutte e tre le cose insieme e tutte e tre le cose insieme devono lavorare in equilibrio affinché noi possiamo camminare in maniera sana e consapevole nel nostro percorso di vita e nel perseguimento dei nostri ideali.

Ci tengo inoltre a sottolineare che il prendere con leggerezza la vita non equivale a prenderla con superficialità. Anche sapersi godere la vita è sinonimo di saggezza. Lo stress e la frustrazione sono fra le cause maggiori di malattie del corpo, della mente e dello spirito. Sono esse stesse malattie. Quindi cari “illuminati”, voler bene a se stessi non è reato! Voi che valorizzate solo la vostra spiritualità, non vi volete tanto bene, al contrario di quanto crediate. Il piacere non è un peccato. E non vi sono piaceri giusti o piaceri sbagliati, ma piaceri adatti ad ognuno di noi. Così come verità adatte ad ognuno di noi. E come suggerisce il nostro vecchio amico Socrate, il saggio è colui che possiede il piacere, ma che non è posseduto da esso. Libertà quindi di perseguire il piacere essendo liberi dal piacere stesso, perché un piacere che crea dipendenza crea sofferenza. Evitare un determinato piacere semplicemente perché non si è in grado di gestirlo, è da codardi…non da saggi! In medio stat virtus (la virtù sta nel mezzo)!

Per concludere vorrei precisare che non è mai troppo tardi per diventare saggi! Per alcuni l'”illuminazione” arriva subito, per altri più tardi..ma non importa, perché, ripeto, non è mai troppo tardi! Cari “illuminati”, non siete migliori di nessuno. Non vi rende superiori l’aver fatto conoscenza di certe verità prima di altri o l’aver sperimentato in anticipo particolari aspetti della vita. E non dovete assumere le vesti dei buon samaritani che scendono dall’alto del Saggio Colle per salvare i disperati, perché quelli che voi giudicate “disperati”, sono esseri umani come voi, ma con i loro traguardi di vita. Non offendetevi se non coincidono con i vostri.

La saggezza non si misura! Si apprende e si condivide. Non si impone. Essa non conosce aspettative o presunzione.

E ricordate, è l’umiltà che fa volare la nostra spiritualità più in alto di qualsiasi altra cosa.

 

Final

ACROSTICO

Alternativa
Concezione che
Riformula
Ovvietà
Stipulate da
Tattiche
Ideologiche che
Corrompono le
Opinioni

MAMMA

Magica
Armonia
Multicolore che
Manifesta
Amore

Cos’è un problema e da dove nasce?

Cos’è un problema e da dove nasce?

Per trovare risposta a questa domanda, partirei da una frase molto ricorrente: “La vita è difficile.”

Assumiamo questa affermazione per vera. Io non vedo nelle difficoltà nulla di negativo, così come non vedo nulla di negativo in un problema. Per la teoria degli opposti secondo la quale nulla ha ragion d’esistere senza il suo contrario, non esisterebbero soluzioni senza problemi o semplicità senza difficoltà. Per apprezzare le difficoltà davanti alle quali la vita, e tutti i problemi che la affollano, ci pone, dobbiamo come prima cosa capire la vera entità di ogni problema e la vera causa dal quale essi hanno origine. La vera comprensione di un problema porta alla sua stessa risoluzione, e con in allegato un bel pacchetto di insegnamenti fondamentali per la nostra crescita. Sottolineo la parola “vera” in quanto agli occhi di molti l’entità del problema così come la sua origine è di falsa comprensione, e cioè quasi sempre proiettata su qualcosa o qualcuno di esterno a noi stessi. Non solo, la soluzione stessa viene cercata all’esterno (farmaci, psicologi ecc.) Del resto sembrerebbe quasi logico: problema esterno = soluzione esterna. Soluzione effimera che cura solo i sintomi di un problema la cui causa è altrove. E’ proprio su questo che vorrei invitarvi a riflettere: ogni problema ha origine in noi stessi e solo in noi stessi possiamo trovarne la soluzione. Potreste farmi notare che molti problemi, e connesse difficoltà, che la vita ci riserva, piovono spesso su di noi senza il nostro consenso… quali ad esempio una malattia grave o una catastrofe naturale (sebbene anche in questo caso dovremmo ritenerci alquanto responsabili). Ma il problema non sta in quello che accade, che sia per colpa nostra o meno, ma in come noi reagiamo a quello che ci accade. Noi siamo i conducenti del carro con cui percorriamo la nostra vita ed anche se non possiamo prevedere tutte le difficoltà che la vita ci riserva, possiamo sempre trovare il modo migliore per affrontarle. Se non ci riusciamo, allora nasce il problema. Esso nasce da noi stessi, e in noi stessi va cercata la sua soluzione:

perché ho creato questo problema?

Questa è la domanda che dovremmo sempre porci. E la risposta non va trovata all’esterno ma dentro di noi, facendo luce sui lati più bui della nostra anima e della nostra spiritualità…perché molti problemi giacciono assopiti nei meandri del nostro inconscio e spesso noi viviamo la nostra vita nell’ignoranza più totale della loro esistenza. Non ho detto che questa introspezione sia facile. Se fosse stata facile non avremmo neanche mai creato alcun problema. Del resto “La vita è difficile”. Ma nel momento in cui comprendiamo che quello che realmente cerchiamo è nascosto dentro di noi, tutto diventa più semplice e bello. Si, bello. Come potrebbe mai essere brutto qualcosa che può solo farci stare meglio? Scavare a fondo in noi stessi, fino a raggiungere il luogo dove risiede l’origine dei nostri problemi, può solo farci stare meglio…perché è proprio nel luogo dove scoverai la causa che troverai magicamente anche la soluzione.

Il vero grande problema sta nel non comprendere il problema.

Alla variante di persone che cerca le soluzioni all’esterno, affianco un’altra varietà di persone, e cioè quella che vede la soluzione ad ogni problema nell’allontanamento del problema stesso. Ovviamente anche questa è una soluzione effimera ed illusoria. In che senso? Questa categoria di persone riconosce il problema e in parte lo comprende anche, però non è abbastanza forte per affrontarlo e, quindi, lo evita. Faccio qualche esempio: c’è chi evita le persone che lo fanno soffrire od evita i cibi che lo fanno ingrassare, così non è triste e non ingrassa…ma nel momento in cui si ritrova, non per sua scelta, di fronte a quelle persone che lo fanno soffrire o davanti ai cibi che lo fanno ingrassare, soffre inevitabilmente e mangia senza alcun controllo. Perché? Perché ha semplicemente allontanato il problema, ma non lo ha risolto.

Ergo, cerca l’origine di ogni problema dentro di te e, quando la troverai, non spaventarti…affrontala! Nel momento stesso in cui deciderai di affrontare le tue difficoltà, comincerai ad apprezzare ogni problema perché inizierai ad essere consapevole del fatto che tutti i “problemi”, che tu stesso inconsapevolmente crei, hanno un ruolo particolare…quello di farti compiere tanti piccoli passi in avanti nel tuo percorso di crescita personale.

Ed è un percorso infinito 🙂

Blog

LIBERI DI ESSERE. Il libro della comprensione – OSHO –

A voi le mie citazioni preferite del libro Liberi di essere di Osho. Che dire, questo libro mi ha cambiato la vita ed ha dato alla mia esistenza sfumature che neanche lontanamente immaginavo. Ovviamente l’ho letto in un periodo della mia vita particolare perché nulla avviene per caso. Vi propongo di riflettere su ciò che Osho dice e perché no, scegliere le vostre citazioni preferite e commentarle oppure sottolineare quelle che non condividete e discuterne insieme. Ovviamente ogni citazione è presa da un contesto particolare all’interno del libro che può risultare difficilmente deducibile dalla loro semplice lettura, ma sono a vostra disposizione per ogni chiarimento. Buona energia a tutti voi.

1. Dobbiamo essere ribelli, non rivoluzionari.
2. Per secoli la consapevolezza umana non è cresciuta, non si è evoluta. Solo una volta ogni tanto qualcuno fiorisce… ma su milioni di persone, la fioritura di uno solo non è la regola, bensì l’eccezione. E poiché quella persona è sola, la folla non può tollerarla. La sua esistenza diventa una sorta di umiliazione; la sua stessa presenza sembra un insulto, perché apre i tuoi occhi, rendendoti consapevole del tuo potenziale e del tuo futuro. E fa male all’ego accorgersi che non hai fatto nulla per crescere, per essere più consapevole, più amorevole, più estatico, più creativo, più silenzioso… Non hai fatto nulla per creare intorno a te un mondo di splendore.
3. Io propongo una nuova religiosità. Non sarà né il cristianesimo, né l’ebraismo, né l’induismo: questa religiosità non avrà alcun aggettivo. Sarà semplicemente la qualità dell’essere integro.
4. E’ difficile essere felici quando lo stomaco ha fame.
5. Tutto ciò che l’esistenza contiene è per noi, e dobbiamo usarlo in ogni modo possibile; senza alcun senso di colpa, senza alcun conflitto, senza alcuna scelta. Goditi tutto ciò di cui la materia è capace, senza fare scelte, e apprezza tutto ciò che la consapevolezza può offrire.
6. Le religioni dividono inevitabilmente le persone, creano un dualismo nella mente dell’uomo; questo è il loro modo di sfruttarti.
7. Per me, questa è la religione: godersi l’aria, il mare, la sabbia; perché non esiste altro Dio all’infuori dell’esistenza stessa.
8. Una volta che hai imparato a nuotare non importa quanto sia profonda l’acqua.
9. Essere totale nelle tue azioni genera gioia. Tutto ciò che fai con apatia, anche se è una cosa bellissima, provocherà infelicità.
10. Ogni tanto sii profondamente felice, e ogni tanto sii profondamente triste; entrambi questi stati d’animo hanno la loro bellezza. Se cerchi di evitare la tristezza, dovrai cancellare anche la possibilità di essere felice. Quando passi dalla felicità alla tristezza, e dalla tristezza alla felicità, c’è un momento di profondo silenzio, esattamente nel mezzo… Goditi anche quello.
11. Quando sei vivo sei un movimento incessante, un flusso.
12. Se non assapori fino in fondo, non puoi parlare. E neppure quando assapori fino in fondo puoi parlare, perché ciò che conosci è tale che nessuna parola è adeguata.
13. Le religioni hanno condannato il sesso, l’amore per il cibo, per tutto ciò che puoi apprezzare: la musica, l’arte, il canto, la danza.
14. Non occorre provare vergogna. L’universo vuole che tu sia fatto così, ecco perché sei quello che sei. Non essere te stesso è per me l’unica azione irreligiosa.
15. Non hai bisogno del prete o dello psicanalista; non hai bisogno dell’aiuto di nessuno, perché non sei malato, non sei zoppo, né paralizzato. Tutte le deformità e le paralisi si dissolvono nel momento in cui scopri la libertà.
16. Quando Gesù diceva: <>, gettava i semi del comunismo.
17. Esternamente tutto è disponibile, ma è andato perduto il contatto con l’interiorità. Ora è presente tutto ciò di cui una persona ha bisogno, ma non c’è più l’essere umano. La ricchezza esiste, ma la gente non si sente affatto ricca; al contrario, si sente estremamente povera.
18. Alla fine viene punito il criminale, non chi ha creato la tentazione. Andrebbero puniti entrambi!
19. L’altruismo è imposto, l’egoismo fa parte della natura.
20. “Servizio” è una parola sporca, è una parolaccia; non usarla mai.
21. Se possiedi qualcosa che ti dona pace, gioia ed estasi, condividilo. E ricorda che quando condividi, lo fai senza motivo.
22. La tua responsabilità primaria, quella più importante, è sbocciare, divenire pienamente consapevole, risvegliarti, essere totalmente presente e all’erta; grazie a quella consapevolezza potrai comprendere cosa puoi condividere, come puoi risolvere i problemi.
23. Qualcuno ammassa soldi anche se non li usa mai. E’ strano: una cosa deve essere usata, altrimenti è inutile. Qualcuno mangia senza avere fame; anzi, sa che mangiare troppo lo fa stare male, lo fa ingrassare, ma non riesce a trattenersi. Anche questo ingozzarsi è un modo di accumulare.
24. Io sono contrario alle religioni, ma non alla religiosità.
25. L’errore fondamentale compiuto da tutte le religioni è questo: nessuna ha avuto il coraggio di riconoscere che ci sono cose che non sappiamo.
26. Quando è la mente a conoscere, lo chiamiamo sapere. Quando è il cuore a conoscere, lo chiamiamo amore. Quando è l’essere a conoscere, la chiamiamo meditazione.
27. Nel centro più intimo del tuo essere non c’è altro che silenzio.
28. Solo gli idioti sono seri, è inevitabile: per ridere, devi avere un po’ di intelligenza.
29. Stai trasferendo il tuo conto in banca da questo mondo all’altro.
30. Non forzare, non reprimere.
31. Ti affidi alla psicologia delle masse, che è la peggiore di tutte. Non entrare in conflitto con la folla, lascia che quelle persone litighino tra loro.. sono bravissime a farlo! Nel frattempo, cerca di trovare te stesso.
32. La vita è pronta a scioccarti in ogni istante.
33. La prima condizione (per la felicità) è abbandonare ogni confronto.
34. Tutti sono diventati attori, ipocriti: fanno cose che non hanno mai voluto fare e non fanno ciò che aspirano a realizzare.
35. Non farti distruggere da ciò che è morto.
36. Sii semplicemente te stesso; per quanto grezzo e selvaggio tu possa sembrare all’inizio, presto comincerai ad avere una tua grazia, una tua bellezza. Sii una semplice consapevolezza prima di programmi e di condizionamenti.
37. Io non faccio distinzioni fra atei e teisti: sono tutti sulla stessa barca. La miscredenza è ignorante tanto quanto la fede.
38. Quando le cose accadono senza sforzo, possiedono un’incredibile bellezza.
39. L’esterno è solo un’opportunità per dischiudere l’interno.
40. Se i pensieri ti stanno troppo vicino, non li puoi osservare. Essi ti alterano, ti influenzano: la rabbia ti rende arrabbiato, l’avidità avido, la lussuria lussurioso, perché non c’è alcuna distanza.
41. Attraverso la psicanalisi, la persona può essere aiutata a operare in modo più efficiente nella società, ma la psicanalisi non risolve mai alcun problema. Un problema può essere risolto solo quando riesci ad andare al di là di esso. Se non riesci a trascenderlo, TU sei il problema. Un problema correttamente compreso è risolto, perché qualsiasi problema nasce da una mente priva di comprensione. Tu crei il problema perché non capisci.
42. Se un problema non ti appartiene, puoi sempre dare un buon consiglio sulla sua soluzione.
43. La psicanalisi riguarda i problemi, la meditazione riguarda te direttamente. Alla meditazione i problemi non interessano affatto. I problemi sono infiniti; se cominci ad affrontare tutti i problemi, in realtà non riuscirai mai a gestirli. Affronta la persona e dimentica i problemi; affronta l’essere stesso, e aiutalo a crescere. Man mano che l’essere cresce e diventa più consapevole, i problemi scompaiono; non te ne devi preoccupare.
44. I tuoi problemi ti piacciono: per questo li crei. L’umanità intera è malata.
45. Se la libertà non ti porta più in alto di ciò che eri in schiavitù, non ha senso. E’ possibile che la libertà ti porti più in basso della schiavitù.
46. Qualunque cosa sia l’essere umano, è solo un seme; non conosciamo il potenziale che racchiudiamo dentro di noi.
47. Nella vita non esistono punti fermi, nemmeno i punti e virgola; ci sono solo piccole virgole.
48. Esistono oggetti cristiani, oggetti hindu, oggetti musulmani, ma non esseri cristiani, hindu o musulmani.
49. Nel momento in cui accetti di essere stato creato, devi accettare anche la controparte: in qualsiasi momento lo stesso uomo capriccioso può distruggerti.
50. Il sì ha senso solo quando puoi dire di no.
51. Dio è la presenza totale dell’esistenza, l’essere, il fondamento stesso dell’essere. Il divino esiste ovunque ci sia unione.
52. Quando la pace inizia a danzare, è beatitudine. La pace deve danzare e il silenzio cantare. E se la tua realizzazione più profonda non si trasforma in una risata, manca ancora qualcosa. Qualcosa va ancora fatto.
53. Se diventi parte di un gruppo abbandonando la tua individualità, ti stai suicidando.
54. La persona buona non ha bisogno di essere potente. Il bene non ha bisogno del potere, perché possiede un potere intrinseco.
55. L’amore è il più grande miracolo dell’esistenza.
56. Non farti ingannare dai dizionari.
57. Più cerchi di essere eccezionale, più sembri ordinario, perché tutti inseguono la straordinarietà. Osserva cosa accade quando accetti l’idea di essere ordinario: ti liberi da un grande peso. Le persone umili, che accettano di essere ordinarie come chiunque altro, hanno una luce negli occhi.
58. Chi cerca fallisce e chi non cerca improvvisamente consegue.
59. Se sei una persona ordinaria, che bisogno hai di essere un ipocrita? Puoi aprire il cuore a chiunque, perché non stai simulando nulla. Diventi riservato quando cominci a simulare.
60. E’ pericoloso essere ipocriti, perché prima o poi comincerai a pensare che questo è il tuo vero volto.
61. Anche se tutto il mondo ride di te, che importa? Sono tutte persone straordinarie, hanno il diritto di ridere. Tu hai il diritto di danzare. Le loro risate sono finte, la tua danza è reale.
62. Chi è attratto dalla politica dovrebbe ricevere subito cure psicologiche.
63. Non importa cosa tu faccia. Ciò che conta è come lo fai: in base alla tua visione, alla tua intuizione, con il tuo amore. In questo caso qualsiasi cosa tocchi si trasforma in oro.
64. Se il falso ti appaga, non penserai mai al reale.
65. L’intelligenza non riguarda i pensieri. Di fatto , tu pensi troppo. “Intelligenza” implica per lo più fermare i pensieri e guardare direttamente in ogni situazione che ti trovi di fronte. Se non ci sono pensieri, non ci sono barriere; i tuoi occhi sono liberi dalla polvere e possono vedere chiaramente.
66. Talvolta persino il veleno può essere una medicina, mentre in certi casi la medicina può essere un veleno.
67. Tu stesso sarai la guida della tua vita.
68. Improvvisamente ti accorgi che sei una cosa sola con l’intero universo.
69. Se l’ingiustizia scompare, la giustizia perde significato.
70. Purtroppo l’intero sistema della giustizia serve a proteggere le molte ingiustizie esistenti, e le persone al potere vogliono che quelle ingiustizie continuino.
71. Nessun criminale ha bisogno di punizioni; tutti i criminali hanno bisogno di cure.
72. Se sei un testimone di qualcosa – della paura, della rabbia, dell’odio – se semplicemente l’osservi mentre nasce, senza alcun giudizio né condanna, (ciò che è sbagliato) scomparirà, lasciando dietro di sé un’enorme quantità di energia che potrai usare per la creatività, mentre ciò che è giusto crescerà, e inizierà ad assorbire le energie liberate. Alla fine, resterà solo una grande fragranza d’amore, di luce e di risate.
73. Qualunque cosa accada, un uomo di consapevolezza risponde con la sua totalità, senza trattenere nulla; ecco perché non ha mai rimpianti né si sente in colpa.
74. Volevi ridere, ma la società non te l’ha permesso.
75. Quando diventi troppo controllato, non permetti alla vita di accaderti.
76. Sii come un fiume impetuoso, e dietro l’angolo troverai ad aspettarti moltissime cose che non puoi nemmeno sognare, immaginare, sperare; esse sono alla tua portata, ma devi aprire le mani.
77. La vita è semplice, quando comprendi.
78. Una vita comoda non è una vita estatica; in questo caso mancherai la gioia, perché quest’ultima è possibile solo se vivi pericolosamente.
79. Quando cerchi di evitare un problema, stai evitando anche la soluzione.
80. Sarà una gioia sapere che sei in grado di essere spontaneo.
81. Libertà e responsabilità arrivano o svaniscono insieme. Più ami la libertà, più sarai pronto ad accettare le responsabilità.
82. Rinunciando al mondo e scappando nella foresta o sulle montagne, stai semplicemente fuggendo da una situazione che avrebbe potuto insegnarti qualcosa.
83. La persona istruita è la più cieca del mondo, perché opera in base al suo sapere e non vede la realtà.
84. Qualcuno ti elogia e il tuo ego si gonfia, ti senti alle stelle; poi arriva qualcun altro, dice qualcosa contro il tuo ego e ti senti sprofondare. Non sei padrone di te stesso.
85. Impara a sedere in silenzio, diventa uno specchio. Il silenzio tramuta la tua consapevolezza in uno specchio, a quel punto agirai momento per momento. Rifletterai la vita, non porterai più nella tua testa un album pieno di vecchie fotografie: i tuoi occhi saranno limpidi e innocenti, possiederai chiarezza di visione e resterai sempre fedele all’esistenza. Questa è vita autentica.
86. In passato eri immobile perché eri in catene, ma nemmeno ora che le catene sono scomparse ti muovi.
87. La tua energia continuerà a muoversi in cerchio. Non tornerà mai a casa.
88. L’amore dona. Il sesso vuole solo prendere.
89. Il sesso è l’energia. Quando dividi le tue energie, tu sei diviso; a quel punto sarai pro o contro il sesso. Io non sono né pro né contro, perché non divido.
90. Se reprimi, TU sei il diavolo.
91. Rendi l’esperienza del sesso un’esperienza di meditazione. Medita facendo l’amore.
92. In un orgasmo sessuale, TU SEI.
93. Una persona sessuale usa l’amore come un mezzo per il sesso, è una strategia.
94. Persino in mezzo alla folla la gente è sola, perché tutti hanno paura degli altri. Seduti gli uni accanto agli altri, tutti si trattengono, al punto che l’intero essere si irrigidisce.
95. L’amore rende creativa una persona.
96. Se uccidi una persona per strada, finirai sui giornali; se invece doni una rosa, nessuno sentirà parlare di te.
97. La gioia nasce solo creando gioia negli altri, non c’è altro modo.
98. Il sesso non è accettato, questo è il problema. Se il sesso non verrà accettato come un fenomeno naturale, l’umanità continuerà a soffrire. L’intero problema delle relazioni uomo/donna sorge unicamente perché il sesso è condannato.
99. Se neghi troppo una cosa, diventa molto importante; la negazione stessa rende importante. Ti ossessiona.
100. Se ragazzi e ragazze potessero stare insieme, a chi interessebbero le foto di nudi?
101. La pornografia è creata dai tuoi preti.
102. Dovrai imparare a vedere lo straordinario nell’ordinario, e questa è una grande arte.
103. L’arte dell’amore non ti è stata insegnata ma, tutti pensano di sapere cos’è l’amore. Ti è stata insegnata l’arte della paura, non dell’amore.
104. I vestiti sono stati inventati per stimolare il tuo desiderio sessuale.
105. Adesso la gente non è più disposta a soffrire, per cui è passata all’estremo opposto. Adesso si indulge in tutti i tipi di attività sessuale, si cambia partner, ma nemmeno questo porterà alcun appagamento.
106. L’esistenza è tutta qui: esplodere in milioni di fiori.
107. La verità viene realizzata attraverso tre stadi: assimilazione, indipendenza e creatività.
108. Solo le persone creative sono belle.
109. Memorizzi il passato solo se non sei in grado di assimilarlo; se lo assimili, ne sei libero. Quando hai assimilato il cibo, non lo devi ricordare. La sua esistenza non è separata da te: si è trasformato nel tuo sangue, nelle tue ossa, nel tuo midollo. E’ diventato te. Il passato va digerito: non c’è nulla di sbagliato in esso. La persona che è ancora contro il passato non è davvero libera.
110. Non si reagisce in base al passato, né si reagisce in funzione del futuro.
111. Per giudicare (una persona) è necessario il passato. Se non chiami in causa il passato, verrà alla luce una bellezza di qualità completamente diversa. In quel momento, la persona non è né bella né brutta; tutti i giudizi sono scomparsi. E sono in quel momento al di là del giudizio sboccia l’amore. Quando non giudichi, ma semplicemente guardi negli occhi senza giudizio, all’improvviso avviene un incontro, una fusione delle energie. Se accade con una persona, a poco a poco diventerà possibile anche con le cose. Se guardi un fiore senza giudizio, improvvisamente il suo cuore ti si apre; hai ricevuto un invito. Nel giudizio c’è il critico, non l’amante; c’è la logica, non l’amore; c’è la superficialità, non la profondità. Quando giudichi, anche se tocchi una persona, quest’ultima resta una pietra senza vita.
112. La mente è sempre nel passato o nel futuro. Non può essere nel presente; è assolutamente impossibile per la mente essere nel presente. Quando sei nel presente, la mente non c’è più.
113. I pensieri sono oggetti sottili, sono materiali; non sono spirituali, perché la dimensione spirituale comincia solo quando non ci sono pensieri.
114. “Consapevolezza” vuol dire essere nel momento così totalmente che non esiste alcun movimento verso il passato o verso il futuro.
115. Se pensi troppo a come essere nel presente, il tuo pensare non sarà d’aiuto.
116. La mente è aggressiva, salta alle conclusioni con una rapidità tale che manca totalmente il punto. In realtà, ha già concluso: sta semplicemente aspettando che quelle conclusioni si rivelino giuste.
117. Il corpo ha fame, la mente è piena di lussuria e tu stai cercando di essere meditativo!
118. “Meditazione” non vuol dire focalizzare la mente su qualcosa, bensì svuotarla di ogni contenuto.

ANSIA

Angoscainte e
Naufragante
Sensazione di
Interminabile
Attesa

Equilibrio

Cos’è l’equilibrio?
Una condizione stabile e statica? Una condizione stabilmente instabile? Oppure una instabilmente stabile?
Cos’è la stabilità?
Un equilibrio statico? Un equilibrio dinamicamente stabile?
Può la stabilità essere dinamica?
Si, anzi non potrebbe essere diversamente.
La staticità non esiste.
Anche una statua si corrode nel tempo. Nulla sfugge alla dinamicità. Neanche l’equilibrio. Panta rei. Che poi, equilibrio non è mica sinonimo di immobilità. Ai miei occhi l’equilibrio è una condizione serena e pacifica. Lo vedrei come sinonimo di consapevolezza. Non importa se noi cambiamo o se sbagliamo o se siamo tristi o se ci sentiamo vulnerabili. Quello che importa è essere consapevoli di quello che ci accade. La nostra vita può essere dinamicamente instabile, per quanto riguarda eventi o stati d’animo, ma consapevolmente stabile allo stesso tempo. Maggiore consapevolezza porta maggior equilibrio, quindi minor caos. E il caos è dato dall’inconsapevolezza. Ogni emozione, ogni evento, ogni lacrima, ogni sorriso, ogni sbaglio, ogni soddisfazione, ogni azione può diventare maestro di vita. La nostra consapevolezza è lo strumento per il mezzo del quale noi siamo maestri di noi stessi. Sei triste? Chiediti perché. Sei felice? Chiediti perché. Sei insoddisfatto? Chiediti perché. Sei negativo? Chiediti perché. Non trovi il perché? Chiediti perché. Dai un senso a tutto quello che ti accade. Non sprecare le tue lacrime. Bevile, analizzale, lodale. Guardati negli occhi, parlati. Non lamentarti della tua tristezza e non dare per scontata la tua felicità. Ogni dialogo interiore è sinonimo di crescita, di consapevolezza e di equilibrio.

Spesso crediamo di aver perso l’equilibrio ed è semplicemente perché abbiamo smesso di chiederci perché. Nel momento in cui perdiamo di vista noi stessi e ci iniziamo a muovere per inerzia, per routine e iniziamo a dare per scontate certe cose..è in quel momento che cadiamo a terra. Mai fare l’errore di dare per scontato il proprio equilibrio. Mai credere di averlo completamente raggiunto. L’equilibrio si vive giorno per giorno ma scompare nel momento stesso in cui crediamo di non dover fare più alcuno sforzo per raggiungerlo. Scompare nel momento in cui smettiamo di guardarci dentro. La presunzione di averlo raggiunto porta al suo stesso annientamento. Certamente si può essere consapevoli del proprio equilibrio ma solo chiedendosi perché. Ci sentiamo in equilibrio? Chiediamoci perché. Ne siamo consapevoli? Chiediamoci perché. Sentiamo di aver perso l’equilibrio? Chiediamoci perché. Parliamoci. Parliamo. Chiediamo perché, a noi stessi e agli altri. Nel momento in cui capiamo perché certe cose accadono, perché certe cose ci accadono, diamo ad ogni evento il valore che merita. Ergo smettiamo di dar valore ad eventi che non ne meritano affatto, iniziando ad apprezzare ciò che merita veramente la nostra attenzione ed ogni nostro perché. Chiediti perché, per tutto.. Certi perché inizieranno a venire da sé ed altri, invece, smetteranno automaticamente di presentarsi. Parlandoti ed interrogandoti ti capirai. E capendoti raggiungerai il tuo equilibrio. Ma sarà l’equilibrio di quel momento della tua vita. Una vita in continuo mutamento e con cui mutano anche le modalità in cui il proprio equilibrio si manifesta.

20 strangers kissing for the first time

Whether it’s true that these people were strangers or not I don’t care. I love this video. At least…why not? Why should not we kiss a stranger? Because he/she could be a murderess? Because he/she might have diseases? Because we don’t know where he/she was born, how old is he/she, if he/she uses drugs, if he/she has a boyfriend/girlfriend, if he/she is a criminal or what? How many times has happened to meet someone and to set an appointment with him/her? And how many times did you go to that appointment and did you kiss that person? Don’t you believe that at the second, third or fourth date that person is still a stranger? You can discover aspects of dear friends after years. Your partner may appear as a completely different person after years of marriage. You can love a person for a lifetime and one day seeing him/her unexpectedly as a stranger. Do not recognize someone anymore because he/she did or said something that you would never expected. Who is a stranger at least? Life is not enough to know ourselves, so how can you believe to know perfectly someone else? Where is the feeling in kissing a stranger you say? And if the feeling was in the kiss itself? And if the feeling was linked to the anonymity and to the fact that we can love someone even for a single moment in a totally disinterested way? An unpretentious kiss without any expectations. Maybe we should kiss always in this way the people we love. So..why not? We could be one big family. Some of you now could reduce my thoughts to a big pornographic orgy. No. But why not an orgy of feelings? Orgies of emotions and sharings. Hugs and kisses. Smiles and caresses.

A kiss,
Martina

2O sconosciuti che si baciano per la prima volta

Che sia vero o no che queste persone siano stati perfetti sconosciuti o meno non mi interessa. Adoro questo video. Alla fine…perché no? Perché non dovremmo baciare uno sconosciuto? Perché potrebbe essere un assassino? Perché potrebbe avere delle malattie? Perché non sappiamo dove è nato, quanti anni ha, se si droga, se ha la fidanzata, se è un ricercato o cosa? Quante volte vi è capitato di conoscere una persona e di fissare subito un appuntamento? E quante volte vi è capitato di andare a quell’appuntamento e di baciare quella persona? Non credete che al secondo, terzo o quarto appuntamento quella persona sia pur sempre uno sconosciuto? Potete scoprire aspetti di cari amici dopo anni. Il vostro partner può rivelarsi tutt’altra persona dopo anni di matrimonio. Potete amare una persona per una vita e un giorno vederla inaspettatamente come uno sconosciuto. Non riconoscerla più perché ha fatto o detto qualcosa che non vi sareste mai aspettati. Chi è uno sconosciuto del resto? Non basta una vita per conoscere se stessi, figuriamoci gli altri. Dov’è il sentimento nel baciare uno sconosciuto dite? E se il sentimento fosse nel bacio stesso? E se il sentimento fosse legato all’anonimato e al fatto di poter amare anche per un solo istante qualcuno in maniera totalmente disinteressata? Un bacio senza aspettative e senza pretese. Forse dovremmo baciare sempre in questo modo le persone che amiamo. Quindi perché no? Potremmo essere un’unica grande famiglia. Qualcuno di voi ora ridurrebbe il mio pensiero ad una grande orgia pornografica. No. Ma un’orgia di sentimenti perché no? Orgie di emozioni e condivisioni. Di abbracci e di baci. Di sorrisi e di carezze.

Un bacio,
Martina

Piacere

Passionale
Intreccio di
Attimi
Concatenati da
Eterni
Riflessi
Erotici

We are our own masters

When we think of wanting to do something we should not do, the “damage” is already done, right? Might as well do that thing, right? Otherwise our actions would be hypocritical, right?

It’s a concept that can be extended to any type of relationship…sentimental, friendship or familiar. A practical act is a result of a thought (usually)…for example if a betrayal happens it’s because first we thought we would do it and if we decided to do it, we have already betrayed. Right?

The key point of the argument is: the betrayal..where is it? If we did or just thought something that it meets our needs and our essence…why the relationship with others should change? In fact, I would see the treachery against ourselves when we force ourselves to suppress what we feel sincerely to do.

Honesty hurts .. but I don’t think it makes sense to repress ourselves.. and we should instead follow the flow of our essence and let it carry us.. If what we do is what we perceive as more in tune with ourselves at that moment, why it should be “wrong”? Of course I’m talking about lifestyle choices that are not going to severely damage people that are involved… but, when we find our balance, repressing ourselves would mean altering this balance and pretending with ourselves and with others! I don’t know…maybe I have in my mind an utopian vision of universal love and sincerity difficult to understand and accept…

And it’s not about to listen to the head, to the heart or to the stomach. I believe the head, heart, stomach, liver, feet, pinky etc. work together because if the stimulus is not generated by everything that is part of us, physical or abstract it is, then it’s not what we want really to do. Mind and body are acting in sync..

For learning about ourselves and the stimuli that our body gives and receives, we can and we often have to “use” others. We are all available to everyone. And we mustn’t be afraid to do so for fear of hurting someone.. I would assume that no one can hurt us if we don’t want it and blaming others is cowardly and for insecure people.. We are responsible for ourselves and our sufferings, as well as our happiness.. All the people we meet are “tools” in the evolution of our lives and our personal growth…and each of us is a tool for the others, who are friends, lovers or simply passers.  This thought should not offend anyone because it’s a thought that includes all of us..indeed it should make us rejoice that a world of people, relationships, experiences and sensations awaits us everyday_wherever we go_whatever we do. If our way of doing or thinking hurts someone who relates to us it’s because there is something unresolved in the person to whom we are relating.. This thought does not justify our actions, not at all…ourselves in our life we meet someone whose words or actions could cause us suffering and not being able to avoid it, but we can work on ourselves and on our ability to make us impervious to negativity. Obviously we can choose to mold us and act in a calm and gentle way in order to avoid any kind of suffering to others but ,at least in my opinion, it does not depend entirely on us… No coincidence it often happens that we act with good faith and we create suffering.. why? Regardless of who is or is not the culprit (this is a separate chapter), our suffering is avoidable or at least manageable…by ourselves. Blaming the generator of suffering certainly does not help us. This doesn’t mean ignoring our actions…we cannot do it, but we can ignore those of others… And for ignoring I don’t mean underestimate or not caring about them, but being aware of their insignificance and negativity.. We should not generate negativity but above all, do not let the negativity of others to creep into us..
Often generating suffering creates suffering in ourselves and this often occurs regardless of the importance that the “victim” has for us, as when we make good actions and we feel rewarded regardless of who is the person who receives our good. Between all of us reigns a subtle and profound empathy and it’s difficult to cultivate positive empathy by removing the negative one.

At the base we don’t endure that the men need pain to learn, to learn about life (like when you fall and you hurt yourself, or you hit a wall and just at that moment you realize that you have to avoid that thing). But the pain is curable when we have the right knowledge that makes it less suffering.. We all have a sadistic side (without which our goodness wouldn’t have raison d’etre)… and there are those who can keep it at bay, there is those who fear it, there are those who pretend to not have it, but there are those who worship it.. By the way:

it’s not what we live that creates in us joy or pain, but everything resides in how we live.. And to quote a friend of mine from Senegal “doesn’t count what you see with your eyes, but what your eyes look.”

Life is art

Everything means something.. It’s not easy but it’s nice to try to interpret something about someone that we don’t know, because often there are connections between ourselves and the person that we don’t know, even if we are not aware yet of it.. We are all connected and there’s always something to discover inside each of us. The idea to leave  always a space within ourselves for someone who still we don’t know, that we are knowing now or that soon we will know….it’s lifeblood. It comes by itself the time when you are ready to embrace the things in a certain way even though it is considered a mistake to lose sight of this kind of “hug”, but consciousness doesn’t go very far without awareness.. in the sense that you cannot understand what is best for yourself without being aware of the way down of it, you have to put into practice your consciousness.. and live your own inner light fully. The awareness grows up in small drops, and when you think you are dehydrated, you’re still listening, you’re always fertile ground. Unfortunately and fortunately everything is in our hands, we are masters of ourselves and of our happiness even in dealing with situations that don’t depend on us. Happiness is waiting to be embraced, don’t blame yourself, the “guilts” happen for a reason…analyze them instead to remove them..

The awareness comes in small drops, and when you think you are dehydrated, you’re still listening, you’re always fertile ground. Unfortunately and fortunately everything is in our hands, we are masters of ourselves and of our happiness even in dealing with situations that do not depend on us. Happiness is waiting to be embraced, don’t blame yourself, the “guilts” happen for a reason .. analyze them instead to remove them..

Why a person should find difficult to talk about him/herself in front of another person whose intentions are wholly good? First, you should establish a good dialogue with yourself before that with others, without it you will never have clear and spontaneous relationships and, often, you will believe only to experience them.. It happens many times to delude ourselves and if it happens it’s just because there is something unresolved at the base with ourselves and the solution shouldn’t be found anywhere else except inside of us, although it would seem much easier to trace it into the others. There is a solution that you cannot see, not with the eyes.. Don’t focus on how you did one thing, but what prompted you to do it… If the reasons were clean, transparent and genuine, then that thing, in any way it came out, it’s pretty special, “perfect”…

Life is art. You cannot judge it, you can just live it. We shouldn’t classify it but taste it! Everything you create is beautiful, and not because it’s beautiful to look within certain canons, but because it was born in a fantasy world of your own inner soul.. Art has a vital function, think about whole life as art, about emotions as art, about love as art.. Creativity makes you free to be yourself and to communicate without any obligation imposed from outside. Think about it often, whatever you do, put this thought into everything you do.. When you undertake a certain perspective of life, when you focus your energies in a given way, well…so many beautiful things happen to you and it is not fate or coincidence…we could call it Karma or not call it at all, but one thing is certain: positivity attracts positivity! It’s not a coincidence that certain things happen as it’s not a coincidence that you meet “unknown” people that make you partaker of their lives without knowing who you are. They don’t know anything about you but your energy comes and brings those people around you to share with you what they experience, although apparently they have no reason to do so. Positivity is not necessarily synonymous with optimism, it’s love for love and it’s like transforming everything creatively into something positive for yourself, for others, for everyone.. Everything is included in love.. We would live better if we stop to be afraid, to be afraid of losing the people with whom we have never been really connected, afraid of being alone, afraid of being judged, afraid of not appearing as we would like…a bunch of bullshit!

Often removing the negativity of some people apparently dear to us is needed to clean outside and inside of us, to delete all the shit! Listen to your heart and start doing things that you really love to do, even if this may lead to changes in you that not everyone can understand.. Even if your change is reproached by your friends, despite you’re being happy of it, go on your way because these are people who don’t really care about you and your essence, and just because you don’t behave exactly as they expect from you, when in fact you have gained your identity, they hinder you.. The moment in which you start to be yourself, to listen to your heart and to be spontaneous and sincere with what you feel, some people will automatically turn away from you and others will approach automatically to you, and if you’re happy with yourself, then you will also be sure that the people who will approach to you will only be beautiful and special people. Someone will see you like a muse, a help for their lives, while others will want to share with you their heart and soul.. People are not always ready to accept the changes of others, often because they are unable victims to do the same, or rather they are not yet ready for appending essential changes in their lives and so they try to devalue the path of others..

If you understand what is best for you, you have the tools to help others to find themselves.. Art is nothing if there is no sharing.. Surely you will suffer in your life sometimes but it’s the perspective with which you will face everything that will make your life beautiful as it is. Do what you feel and if you feel something, do it as soon as possible, don’t put off and don’t let anyone to hinder you. Who loves you shouldn’t hinder you and who doesn’t love you deserves to be dismissed.. And the love that binds you to other people is not necessarily a love that stems from a knowledge gained of the other before.. There are those who love you even if they don’t know you, but they love you for the energy you transmit and they make rooting for you.

Make rooting for yourself.

Life is art. Art is sharing. Share your life.

Your energy is worth more than a thousand words

Know yourself and you will know the world. Yes, the world. People, animals, plants. Vibrations, sensations and energies. We spend our lives searching ourselves outside, in the others, in the work, in the expectations. We spend our lives looking for a soul mate or a best friend, without knowing ourselves. The soul mate doesn’t exist if we don’t know our soul. And the “friend of the heart” doesn’t exist if we do not know our heart. Know yourself and others will know you. Love yourself and others will love you . Appreciate yourself and others will appreciate you. Not all of course.. It’s just you, that with the energy you emanate, select the people that are around you, that really know you, that love you or appreciate you. Don’t complain if people that surround you don’t like you, don’t love you or don’t appreciate you as you would like, and don’t blame something or someone else about your dissatisfaction. Because if it happens it’s just because YOU don’t know who you are and what you want. The life that you say being difficult, the world that you say being unfair and the city that you say being small, sad and limited, are full of special people. Yes, those special people that you have been looking for a long time and you have been crying to not have found them. The world is full of those people and you, in the meantime…what do you do? You spend your time complaining that you have not found them without realizing that they pass in front of your tears. Find yourself and they will come to you as a result. If you’ll be running after them losing yourself, you’ll be breathless and alone. And you wont understand where you went wrong because you will waste all of your energy to be angry to have run so much to get what you wanted without any results. Stop for a moment, don’t run without any reason, it’s a waste of energy that you can direct to other resources. Don’t you realize that you are running standing on the spot? Stop for a moment. Give voice to your body, to your mind, to your heart .. and shut your damn mouth. Stop complaining or making excuses. You are not the chosen one of the losers. You didn’t receive the incurable disability of the unhappiness. There is no disease worse than the one we create by ourselves. Your body is vibrating energy that you underestimate. You trust the fate. You call “luck” the positivity and “bad luck” the negativity. You confuse a clue with the case and an effect with a coincidence. Destiny? Luck? Bad luck? Case? Coincidence? Crap. No doubt the environment in which we live (family, friends, school, work, society) is not negligible. But rather than seeing this environment as something that affects us in a negative way, I would see it rather as something that puts us to the test. A stimulus for the emission of our energy. If our energy is negative, inevitably we sow negativity around us. The contrary if it’s positive. Energy is not something that comes out voluntarily or talking for hours, but it is emanated and perceived without any control. It happens. Occurs. And feeling its flow is magical. A new baptism into a mechanical and apathetic reality. Energy doesn’t need words, and I’ve already “talked” too much. See you at your baptism, bye bye.

Smile

Spontaneous
Moment of
Incredible
Laugh of
Energy

PosSexsion

We always talk about love as possession without thinking that the possessiveness often reigns also in friendships.
We are taught from an early age that we have to have the best friend…. OUR best friend.
When I was a child I had to “book” my best friend, otherwise I risked that someone could precede me and forced me to choose another one.
The best friend has privileges that other friends do not have, but also the best friend expects something that other friends do not expect.
The best friends, as the lovers, expect the sms of goodnight/good morning, or the “I miss you/ I love you” weekly … and also a monthly average of 4 hearts on their Facebook wall!
No coincidence that I decided to not officialize no longer any relationship!
Why do you need to sign a contract in every kind of relationship?
Can you live without giving a name to all the things you do and all the relationships that you live?
Can you just live?

I don’t need to know your name or what you do in your life to love you.
I don’t need to know how many times you think about me per day or how often you contact me to believe you’re a good friend.
I don’t need to have met you long time ago to love you and I don’t need to see you every fucking day to think we are close friends!
And I do not need to receive constant attentions from you to be happy about our friendship.
But above all, I don’t need to obsessively repeating my feelings for you …
I don’t speak just for moving the air, that’s why if I said to you “I love you” 3 months ago..it’s still valid, dammit, even without its obsessive repetition!
And less you will expect such stupid confirmations from me, most I’ll give to you!

Don’t be offended if tomorrow I will love a stranger as much as I love you.
Don’t be offended if I’ll spend the Saturday evening with him/her or if I’ll decide to not go out at all.
<<< IF GOD EXISTS, HE SHOULD DAMN THE FEVER OF SATURDAY NIGHT & BLESS THE MONDAY! >>>
And don’t be offended if you don’t keep up to date on my life 24 hours 24.
Maybe I cannot or maybe I don’t want … in any case, whatever has happened, happens or will happen.. it has been, it is and it will be always SPONTANEOUS!
Be happy for everything I do or I don’t do because it’s natural, pure, free!
What else do you want?
Fiction?
Repression?
Possession?

What could be more beautiful than the spontaneity?
I think nothing.
I think that anything that is not natural can be really nice.
A friend of mine once said: “Please contact me only when you truly want to do it and never because you fear that if you don’t do it it can have a negative impact on our relationship..”
Trust that everything that is not spontaneous does not lead to anything good and it is destined to end, or be fake and suffered.

As soon as we are afraid of losing those around us, we have already lost ourselves.
We see ourselves as incomplete people, with empty compartments that things and people absolutely have to fill, but it’s not like that..
There is nothing to fill, there is just so much to expand, infinitesimally ..
Each person can enrich us, everyone is basic but no one is indispensable!
There’s no need to cling forever to one or more people in particular.
We are all passengers!
You should be happy for every friend you known, regardless of whether this friendship is to last days, months or years!
Some friends share with you just one day of their life, but it is a day that lasts forever!

What is possession?
Not even we belong completely to ourselves!
We are abstract matter and concrete energy.

In
possexsion
I see
only
sex.

I would like people to…

I would like people to hug each other more and look deep into their eyes .
I would like people to speak with their eyes and smile with their heart.
I would like people to live every fucking emotion and do not hide themselves behind their fears…but instead, seduce them.
I would like people to make love with their own fears and stop being afraid of themselves, of their own bodies and their own desires.
I would like people to be less jealous and understand that the naturalness of a feeling can not be repressed, inhibited or forced.
I would like people to undress more and stop to see the body as an enemy or as a tool.
I would like people to cuddle their body and other bodies and love them every day for a new, pure and free love.
I would like people to dance more, sing more, play more. Always, however, anywhere.
I would like people to complain less and understand that from difficulties something good can arise..while complaints just turn away beautiful things.
I would like people to realize the paradox of life . That life is not just one. That we don’t have dreams just when we sleep and we don’t live only when we are awake.
I would like people to die everyday to reborn the next day.
I would like people to die every moment of their life in order to live it as if it was always the first and the last.
I would like people to be happy for others even if they are living sad moments. Because no one can be happy alone .
I would like people to understand that happiness should be shared and that life must be shared, that everything must be shared.
I would like people to abandon the formalities and appearances and marry spontaneity.
I would like people to live smoothly with everyone everywhere.
I would like people to eat the past, absorb the best from it and shit the worst.
I would like people to live in the present with the knowledge of what they live and why.
I would like people to speak, spit compliments, shout positivity.
I would like people to be free from the chains and devour life.
I would like people to devour each other and eat Love.
I would like people to recognize the God that is within each of us and kiss him every day.
I would like people to do everything they like, it doesn’t matter what. I would like them to do it just because they want, because they feel like that.
I would like people to transform judgments into reflections and problems into solutions.
I would like people to free strengths and weaknesses to make them dance together.
I would like people to stop to see the joy of living as madness and spontaneity as madness.
I would like people to burn the concept of normality.
Normal is all that is spontaneous.

Jealousy

I decided to talk about jealousy, a dear topic for many…maybe for everyone.
I will try to tell you what I think about it..

First, the concept of jealousy has to be related with the concept of loving yourself because, in my opinion, if you are jealous it means you don’t love yourself. This is the key point, the basis of every jealous situations. I could not say more, but I want to get involved a little in this dense and impenetrable invisible prison called “jealousy”.

Generally, the state of jealousy is exercised by those who live relationships with insecurity, anxiety and possession. I believe that jealousy does not arise simply from the fear of losing a person, but it arises mainly from the fear of sharing that person.. And we cannot think that the person we love or that loves us, can be loved by someone else or love someone else at the same time…The fear that this shared love will be extended to other people it’s mostly dictated by the fear of all fears, i.e. the fear of contact: the thing that scares us most is that the person we love can touch or be touched by someone else. A fear so great that most of the time flows into the pathetic, when a simple look can set fire to most of the indomitable spirits, touching even deeper than a hand. A look that, for the jealous, can appear as a real betrayal: the jealous becomes the witness of an actual sexual act. He hears cries that burn inside. He/she feels naked, as if his/her body was suddenly stripped of all dignity, worn out and squeezed to the bone…a body that have to be thrown away.
The person that has received the glance instead appears as a flower just bloomed, eager to light and generous to donate his nectar. You cannot compete with it. It’s chaos.
However, this situation falls on the pathological when the exchange of glances in question becomes purely imaginary because it’s born in the imaginative mind of the jealous. A mind which is self- projecting a new film that runs fast and covers, envelops and crushes the reality, till destroying it … A reality that has now yielded his place to the imagination for a nice little trip one-way!

It does not make sense to wait for it to return.

Recurrent situation:
Imagine being in a group of people, friends. Among these there is the one you like, that you love. During a conversation with the others of the group, unknown people start to take part in the conversation and someone of them starts to talk with the person you like and an exchange of glances, smiles and friendly jokes begins between them. How would you feel? The jealous would feel decentralized, ousted, threatened..

The film has long since begun.
The second time comes so soon but it never ends.
It’s always a fucking endless film.

Jealousy is a cold and dark tunnel.
A maze of nettles.
You feel lost,
you don’t see anything,
you suffer.
You suffer. You suffer. You suffer.
Yes, damn… you suffer!!!

Well, either this is a world of masochists or it’s a world of mindless people!
A world of directors who live their paranoid film of which they are the only spectators.

The jealous generally blames another for his/her suffering. His/her jealousy is always justified!
In a society where the desire is seen as a failure, and a relationship as a possession, suffering is almost a goal to achieve. It’s an ongoing competition to see who suffers the most.
Happy and carefree people are out of fashion. They’re crazy!
While the jealous sees every intruder as a likely challenger, the fool would see it as a likely friend, or even a likely lover.
The jealous sees the triangle as a threat while the fool sees it as a promise.
“The geometry is not a crime!” (Renato Zero, Triangolo)

But…do you love yourself?
I was a chronic ex jealous! I know how you feel..
What’s a feeling for you?
Do you think that it is something programmable? Something manageable? Something that you can crack down on command? No, of course it’s not.

Put in your mind: YOU CANNOT MANAGE THE FEELINGS OF THE PERSON YOU LOVE!
I personally would not want lovers whose feelings are not entirely spontaneous.
If the person I love, loves someone else too… what can I do?
I can only decide if continue sharing my love with him/her or not. But I certainly cannot force him/her to reciprocate my feelings nor to love just me.
In addition, jealousy has the power to destroy any feeling of love that already exists, so I do not really see the profitable side.

It’s not easy to share and live a perspective like that, but I believe that our peace and our health are always at the first place. Simply ask to yourself, “why should I not be jealous?”

And the only answer is: BECAUSE I LOVE MYSELF!

La Gelosia.

Ho deciso di parlarvi di gelosia, un argomento caro a molti…se non a tutti.
Cercherò di dirvi la mia a riguardo..

Innanzitutto al concetto di gelosia non riesco a non affiancare quello del volersi bene poiché, a mio parere, essere gelosi equivale a non volersi bene, nel senso di non voler bene a se stessi!
E questo è il punto fondamentale, alla base di ogni gelosa vicissitudine.
Potrei non aggiungere altro, ma ho voglia di impelagarmi un po’ in questa fitta e invalicabile ragnatela invisibile chiamata “gelosia”.

Generalmente lo stato di gelosia è esercitato da chi vive con insicurezza, ansia e possesso una relazione.
Credo che la gelosia non nasca semplicemente dalla paura di perdere una persona, ma nasca soprattutto dalla paura di condividerla.. E non siamo abituati a pensare che la persona che amiamo o che ci ama, possa essere contemporaneamente amata da qualcun’altro…e a sua volta ricambiare.
La paura che questo amore condiviso si estenda maggiormente è dettata dalla paura delle paure, quella al di sopra di tutte, e cioè la paura del contatto: la cosa che ci spaventa di più è che la persona che amiamo possa toccare o essere toccata da qualcun’altro. Un timore così grande che la maggior parte delle volte sfocia nel patetico, quando un semplice sguardo può dar fuoco agli animi più indomabili, toccando persino più a fondo di una mano. Uno sguardo che, agli occhi del geloso, può equivalere ad un tradimento effettivo: il geloso assiste ad un vero e proprio atto sessuale. Sente grida bruciargli dentro. Si sente nudo, come se il suo corpo fosse improvvisamente spogliato da ogni dignità, logorato e spremuto fino al midollo…un corpo ormai da buttare.
La persona che riceve ed accoglie lo sguardo appare invece come un fiore appena sbocciato, desideroso di luce e generoso di donare il suo nettare. Non si può competere con esso. E’ caos.
La situazione peraltro cade sul patologico quando lo scambio di sguardi in questione diventa puramente immaginario e cioè nato nella fantasiosa mente del geloso. Una mente nella quale si auto-proietta un film inedito che gira velocemente su una pellicola la quale ricopre, avvolge e schiaccia la realtà, fino a distruggerla… Una realtà che ha ormai ceduto il suo posto all’immaginazione per andarsi a fare una bel viaggetto di sola andata!!

E non ha senso aspettare che ritorni.

Situazione ricorrente
: immaginate di essere in un gruppo di persone, di amici. Fra queste c’è quella che desiderate, che amate. Fra una chiacchierata e l’altra prendono parte al gruppo altre persone a voi sconosciute, le quali iniziano a scambiare sguardi, sorrisi e battute amichevoli con il vostro amato. Come vi sentireste? Il geloso si sentirebbe spodestato, decentrato, valicato, minacciato, SFIDATO.

Il film è già da un pezzo iniziato.
Il secondo tempo arriva così subito ma non termina mai.
E’ sempre un fottutissimo infinito film.

La gelosia è un buio e freddo tunnel.
Un labirinto d’ortiche.
Ti perdi,
non vedi più nulla,
soffri.
Soffri. Soffri. Soffri.
Si, cazzo …SOFFRI!

Beh, o questo è un mondo di masochisti oppure è un mondo di decerebrati!
Un mondo di registi che vivono i loro paranoici film di cui sono gli unici spettatori.

Il geloso generalmente attribuisce le colpe di ogni sua sofferenza all’altro. La sua gelosia è guarda caso sempre giustificata!
In una società dove il desiderio è visto come mancanza e la relazione come possesso, la sofferenza è quasi un obiettivo da raggiungere. E’ una continua gara a chi soffre di più.
Le persone felici e spensierate sono fuori moda. Sono dei pazzi!
Mentre il geloso vede ogni intruso come probabile sfidante, il pazzo lo vedrebbe come un probabile amico, se non amante.
Per il geloso il triangolo è una minaccia, per il pazzo è una promessa.
La geometria non è un reato! Diceva Renato..

Ma voi…vi volete bene?
Ve lo chiedo da ex gelosa cronica!
Cos’è per voi un sentimento?
Pensate che sia qualcosa di programmabile? Qualcosa di gestibile? Qualcosa da poter reprimere a comando? No, certo che no.
Mettetevelo in testa: NON POTRETE MAI GESTIRE I SENTIMENTI DELLA PERSONA CHE AMATE!
Io personalmente non vorrei mai al mio fianco persone i cui sentimenti non fossero del tutto spontanei.
Se la persona che amo, ama a sua volta qualcun’altro…io che ci posso fare?
Posso solo decidere se continuare a donargli il mio amore o se tenerlo per me. Ma di certo non posso costringerlo a ricambiare i miei sentimenti né tanto meno ad avere l’esclusiva dei suoi.
Inoltre la gelosia ha il potere di distruggere ogni sentimento d’amore già esistente, quindi non ne vedo proprio il lato vantaggioso.

Non è un’ottica facile da condividere e soprattutto da adottare, ma credo che la nostra serenità venga sempre al primo posto. Basta semplicemente chiedersi: perché non dovrei essere geloso?” 

E non vi è altra risposta che: PERCHÉ MI VOGLIO BENE! 

Vorrei..

Vorrei che la gente si abbracciasse di più e che si guardasse intensamente negli occhi.
Vorrei che parlasse con lo sguardo e che sorridesse con il cuore.
Vorrei che si lasciasse andare ad ogni emozione e che non si nascondesse dietro le paure ma che, invece, le seducesse.
Vorrei che la gente facesse l’amore con le proprie paure e che smettesse di aver timore di se stessa, del proprio corpo e dei propri desideri.
Vorrei che la gente fosse meno gelosa e che capisse che la naturalezza di un sentimento non può essere repressa, ostacolata o forzata.
Vorrei che ci si spogliasse di più, ma che si smettesse di vedere il corpo come un nemico o come uno strumento.
Vorrei che la gente coccolasse il proprio corpo e quello degli altri e che lo amasse ogni giorno di un amore nuovo, puro, libero.
Vorrei che si ballasse di più. Che si cantasse di più. Che si suonasse di più. Sempre, comunque, dovunque.
Vorrei che la gente si lamentasse di meno e capisse che dalle difficoltà può nascere del bello che le lamentele allontanano solo.
Vorrei che la gente realizzi il paradosso della vita. Che la vita non è una sola. Che non si sogna solo ad occhi chiusi e che non si vive solo ad occhi aperti.
Vorrei che la gente morisse ogni giorno per rinascere il giorno dopo.
Vorrei che morisse ogni istante della propria vita per rinascere quello dopo come se ogni istante fosse il primo e l’ultimo.
Vorrei che la gente riuscisse ad essere felice per gli altri e che lo fosse anche nei momenti più grigi. Perché nessuno può essere felice da solo.
Vorrei che la gente capisse che la felicità va condivisa. Che la vita va condivisa. Che un piatto di pasta va condiviso.
Vorrei che abbandonasse le formalità e le apparenze, e che sposasse la spontaneità.
Vorrei che la gente vivesse fluidamente e che si lasciasse intrecciare.
Vorrei che mangiasse il passato. Che ne assorbisse il meglio e ne cagasse il peggio.
Vorrei che la gente vivesse il presente con la consapevolezza di viverlo.
Vorrei che la gente parlasse. Che sputasse complimenti. Che gridasse positività.
Vorrei che si liberasse dalle catene e che divorasse la vita.
Vorrei che le persone si divorassero fra di loro e che masticassero Amore.
Vorrei che la gente riconosca il Dio che è dentro ognuno di noi e che lo baci ogni giorno.
Vorrei che la gente facesse tutto a prescindere da tutto. Che lo faccia perché lo vuole, perché lo sente.
Vorrei che i giudizi si trasformassero in riflessioni e i problemi in soluzioni.
Vorrei che si denudassero pregi e difetti per farli ballare insieme.
Vorrei che la gente smettesse di vedere la gioia di vivere come follia e la spontaneità come pazzia.
Vorrei che la gente bruciasse la normalità.

“E io vorrei, vorrei ancora più bellezza”

NATALE

Nostalgica
Attesa di
Temporaneo
Affetto che
Lucida
Esteriormente

Sesso-amore, sesso-amicizia o solo-sesso?

Nel possesso vedo solo sesso ma nel sesso non vedo solo possesso.

Un atto sessuale contenuto all’interno di un rapporto amoroso può essere caratterizzato da possesso, ma in tal caso parlerei di un possesso concordato da entrambe le parti, volto a stimolare l’erotismo e la trasgressione della vita di coppia. Questa sorta di accordo può limitarsi all’atto sessuale o estendersi nella durata generale della relazione, ma non è questo che importa… Tutto ciò che è spontaneo e lega in maniera armoniosa due persone, è bello, è giusto, va bene!

E’ il possesso univoco e ossessivo ad essere dannoso..

Al possesso viene spesso opposta la libertà! Ma la libertà a cui si fa solitamente appello è di natura prettamente sessuale, quando invece essa regna in tutto ciò che viviamo, con noi stessi e con gli altri.. Non è libero chi sceglie di darsi liberamente, ma è libero chi sceglie liberamente di non darsi!
La libertà sta proprio nella scelta di poter interrompere, in qualsiasi momento, qualsiasi rapporto! Il problema sta proprio qui: la maggior parte delle persone coinvolte in rapporti amorosi, sessuali o di amicizia che siano, vive questi rapporti in maniera incompleta, per inerzia e senza un vero coinvolgimento. Persone che, per sciocchi motivi, formali o personali, non hanno il coraggio di liberarsi da queste relazioni che non li soddisfano a pieno e hanno paura di perdere una situazione, che per quanto incompleta sia, è pur sempre sicura o stabile nella sua insicurezza. Da qui nasce il possesso: dalla paura di rompere un equilibrio effimero e di prendere le redini di se stessi e della propria libertà!

  • Sesso-amore, sesso-amicizia o solo sesso?

In tutte e tre le relazioni c’è una cosa alla base: amore per il sesso! Esso è, senza ombra di dubbio, fondamentale per la buona riuscita di ognuno di questi rapporti.

Sesso-amore? Bisogna volersi bene nella vita e volersi bene a letto. E, soprattutto, per far funzionare un rapporto, è necessario evitare il peggiore di tutti i mali: la monotonia! Qualsiasi cosa, per quanto bella ed eccitante possa essere all’inizio, nel momento stesso in cui diventa monotona, è destinata ad “imbruttirsi”! C’è amore e c’è sesso? Bene!! Ma non devono essere amore e sesso ripetitivi nelle loro forme e manifestazioni! E’ proprio questa monotonia che porta molti a fuggire dal sesso-amore e a rifugiarsi nel sesso-amicizia o nel solo sesso!

Sesso-amicizia? La situazione è molto pericolosa..in quanto è una relazione che vive in una posizione instabile, a cavallo fra gli altri due tipi di relazione… Essa rischia sempre di scivolare da una parte o dall’altra e rovinare così il rapporto! Sarebbe a mio avviso la condizione ideale…ma in una realtà dove tutte le relazioni fossero di sesso-amicizia.

Solo-sesso? Il solo sesso è bello ma sterile… Io personalmente nel solo-sesso cerco di instaurare sempre una certa complicità con l’altra persona…quindi non è mai solo sesso per me! Cos’è il solo-sesso del resto? Non siamo mica semplice carne da macello… Anche quando ci eccitiamo e godiamo, non è mica solo il nostro corpo ad esserne partecipe! Non siamo solo corpo e non lo saremo mai! Siamo mente, corpo e spirito.. e tutte e tre queste componenti giocano un ruolo fondamentale in ogni istante della nostra vita e, soprattutto, giocano insieme! Il solo-sesso per me non esiste..o meglio, non dovrebbe esistere…
Solo-sesso? Altro non è che pornografia… ed esso uccide tra l’altro la cosa più bella: l’erotismo! Confuso ormai con la frivola e meccanica eccitazione sessuale…

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